Verifica dei conti correnti al centro del dibattito per la decisione da parte del Governo di consentire le verifiche a nuovi soggetti.
Il Governo ha deciso. Da oggi, rispetto all’esame dei conti correnti, procedura eventuale per provare a scoprire irregolarità e quant’altro, di estendere la possibilità di azione a nuovi soggetti. Da oggi, infatti, autorità giudiziarie, uffici di polizia giudiziaria, ministero dell’Interno e questure possono avere liberamente accesso ai contenuti dell’anagrafe dei conti correnti, eventualmente per effettuare indagini. Il tutto porterà ad un maggior raggio d’azione di chi controlla rispetto ovviamente a chi è controllato.
Il decreto in questione è stato approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 29 luglio, in attuazione della direttiva (UE) 2019/1153. In caso di indagini di natura penale, maggiori soggetti possono indagare presso i contesti competenti. Tra questi l’anagrafe dei conti corrente, in merito a reati, ad esempio di evasione fiscale. Risalire a movimenti di denaro, fare in modo che determinati controlli diventino più stringenti ed efficaci potrebbe essere, quindi, il ritornello della nuova azione da parte delle autorità.
Oltre al Nucleo di polizia tributaria e alla Direzione investigativa antimafia (Dia), possono accedere all’anagrafe dei conti correnti anche l’Ufficio nazionale per il recupero dei beni istituito presso il ministero dell’Interno. Inoltre, l’autorità giudiziaria, i servizi centrali e interprovinciali per il contrasto della criminalità organizzata. Infine, il ministro dell’Interno, il capo della polizia, il direttore generale della pubblica sicurezza, i questori, il direttore della Direzione investigativa antimafia. Una piccola rivoluzione, insomma, per provare a portare maggiore efficienza nei confronti di uno dei problemi più seri del nostro paese.
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Il provvedimento è stato ritenuto necessario dopo aver constatato le effettive difficoltà in merito alla possibilità di rintracciare e fermare potenziali evasori fiscali. La possibilità di dare a più enti mezzi e concessioni. Il tutto, in merito a particolari tipologie di indagini, dovrebbe fornire, almeno si spera, il terreno di partenza verso nuove e più fruttuose indagini. Intanto le regole restano le stesse, a cambiare sono gli interpreti, oggi molto più decisi a bloccare con decisione, una volta per sempre, la piaga dell’evasione fiscale.
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