Conto corrente: quel “no” allo sportello che può infrangere la legge

Cosa succede quando chiedi qualcosa di semplice come un estratto conto… e la banca ti dice di no? Cosa si nasconde dietro un gesto così banale che può però bloccare diritti fondamentali? In questa storia vera, c’è molto più di un modulo non compilato o di una risposta evasiva.

C’è una battaglia tra diritto e burocrazia, tra un cittadino e un sistema che a volte sembra dimenticare le sue stesse regole. Se ti è mai capitato di sentirti piccolo davanti a uno sportello, questo ti riguarderà da vicino.

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Perché quando si parla di estratto conto, non è solo carta: è trasparenza, verità e possibilità di far valere i propri diritti.

Aniello non aveva chiesto nulla di strano. Voleva soltanto ricevere gli estratti conto del suo conto corrente, perché gli servivano in una causa in corso. Pensava che bastasse una richiesta formale, semplice, come previsto dalla legge. E invece la banca ha risposto picche.

Cosa dice davvero la legge sul diritto agli estratti conto

Un netto rifiuto, senza troppe spiegazioni. “Non possiamo”, hanno detto. Punto. Quella risposta, tanto fredda quanto assurda, lo ha spiazzato. Possibile che un istituto bancario potesse negare l’accesso a documenti che parlano proprio dei suoi soldi?

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Quella situazione ha acceso in lui mille dubbi. Non era solo un problema di carte: c’era in gioco un principio molto più importante. Il diritto ad avere accesso ai propri dati, in qualsiasi momento, anche durante un giudizio. Era davvero tutto così complicato? Oppure la banca stava semplicemente aggirando un obbligo?

La risposta è più semplice di quanto sembri. L’articolo 119 del Testo Unico Bancario parla chiaro: chi ha avuto un rapporto di conto corrente ha diritto di ottenere copia degli estratti conto degli ultimi dieci anni. E può farlo anche se c’è una causa in corso. Non importa se ci sono tensioni o se il rapporto con la banca è interrotto. Questo diritto è autonomo e va rispettato.

Non solo. La legge dice anche che la richiesta può essere fatta in qualsiasi forma purché tracciabile. Non serve un avvocato, non serve un linguaggio tecnico. La banca ha poi fino a 90 giorni di tempo per fornire la documentazione richiesta, e può chiedere soltanto il rimborso dei costi di produzione. Niente scuse, niente rinvii.

Quando un rifiuto diventa una questione di rispetto

La Cassazione ha confermato tutto questo con una sentenza importante, la n. 11554 dell’11 maggio 2017. Proprio grazie a questa pronuncia, Aniello ha scoperto di avere pienamente ragione. Anche in piena causa, la banca non può sottrarsi all’obbligo di fornire gli estratti conto. È un diritto basato sulla buona fede contrattuale e sulla trasparenza.

Quello che è successo ad Aniello, purtroppo, capita spesso. E non sempre chi subisce questi rifiuti sa di poter reagire. Ma proprio per questo è importante conoscere i propri diritti. Gli estratti conto non sono un favore che la banca può concedere: sono documenti che ti appartengono.

Il rischio è che si normalizzi l’idea che certi ostacoli siano inevitabili, che si accetti passivamente l’opacità. E invece no. Anche un semplice rifiuto, quando viola la legge, può e deve essere contestato. Non per fare polemica, ma per ristabilire un equilibrio. Perché chiedere trasparenza non è un capriccio: è un segno di rispetto.

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