Il conto corrente pignorato è purtroppo una triste realtà del nostro tempo. Spesso si incappa in questa scomoda condizione.
Avere il conto corrente pignorato è purtroppo una triste realtà. Spesso a causa di investimenti andati a male oppure magari per la chiusura di una attività si può aver contratto un grosso debito con una azienda o con qualche fornitore e non si riesce più a ripagarlo. In quel caso si potrebbe andare incontro al pignoramento forzato dei beni del debitore, pratica purtroppo sempre più in uso negli ultimi tempi considerate la non brillante situazione economica generale. Al debitore però è concesso di aprire un nuovo conto corrente presso un nuovo istituto finanziario mentre l’operazione non sarebbe possibile con l’istituto con il quale si ha rapporti in quel momento.
La situazione potrebbe definirsi tranquilla fino a quando il creditore non risale all’apertura del nuovo conto corrente, in quel caso potrebbe pignorare anche il nuovo prodotto bancario o postale. Nel caso specifico in presenza di somme di denaro prima della ricezione della notifica i pignoramento sarebbe possibile pignorare esclusivamente la somma dell’attuale importo dell’assegno sociale moltiplicato per tre. L’assegno sociale per il 2021 ammonta a 459,83 euro. Di conseguenza non si potrà pignorare altre che la somma eccedente i 1379,49 euro. Nel caso opposto cioè di assenza di somme di denaro precedentemente alla notifica non sarà possibile prelevare oltre un quinto di eventuale stipendio o pensione.
Altro caso spinoso riguarda la possibilità di perdere il proprio alloggio popolare nel caso in cui un nucleo familiare venisse a mancare uno dei due coniugi, nel caso intestatari dell’immobile. La cosa per certi versi potrebbe sembrare di semplice risoluzione perchè in ogni caso uno dei due coniugi, in vita può sempre subentrare all’altro, l’istituto case popolari con una piccola integrazione consente questa semplice operazione. In questo modo si può prevenire la possibilità di vedere assegnato ad altri il proprio appartamento.
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Il problema nasce nel momento in cui l’istituto gestore degli alloggi non riconosce l’integrazione della persona comunque presente nel nucleo familiare. In quel caso specifico, se dovesse malauguratamente verificarsi una simile situazione allora si andrebbe verso la perdita dell’alloggio con relativa assegnazione ad altra famiglia.
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