In merito al conto corrente e imposta di bollo, cos’è quanto si paga e perché, e quali le soluzioni da considerare i dettagli in merito
È una tematica che interessa molti, quello del conto corrente, così come i vari elementi ad esso associati, soprattutto in chiave risparmio; cos’è l’imposta di bollo, quanto si paga e quali aspetti considerare per risparmiare. I particolari a seguire.
È sempre alta l’attenzione sul risparmio in chiave conto corrente, dal momento che le spese inerenti la gestione, nell’arco dell’anno, possono essere di impatto. A maggior ragione in considerazione degli altri aumenti di prezzi e rincari che ci si trova ad affrontare.
In via generale, come viene spiegato da Risparmioggi.it, maggiormente un soggetto è titolare del medesimo conto da tanto tempo, maggiore è il rischio che quel conto abbia un costo più alto. Come alcuni sapranno, i conti correnti, e nel dettaglio le spese di quest’ultimo, si dividono in costi fissi e variabili (qui per approfondire i vari aspetti e di cosa si tratta).
Sinteticamente, per quanto concerne i primi, sono quelli che non dipendenti da ciò che si fa e si versano regolamento, eccezion fatto per eventuali promozioni attive. Le altre spese sono invece legate ai servizi e prodotti che un soggetto sceglie.
Tra le spese c’è un argomento che ritorna spesso, il quale si lega all’imposta di bollo. Ecco di cosa si tratta e cosa sapere.
Quando si parla di conto corrente dunque vari sono i temi che destano attenzione, e tra questi c’è di certo anche l’imposta di bollo. Si tratta di una spesa che si lega alla giacenza media annua. Nel caso questa sia maggiore di 5mila€, il soggetto dovrà pagarla.
E nel dettaglio per persone fisiche, spiega risparmioggi.it, è pari a 34,20 euro. Per persone giuridiche – cento euro. Il pagamento è annuale, tuttavia l’importo si può anche suddividere su base trimestrale. Per quanto riguarda le persone fisiche. E dunque la ripartizione sarebbe di quattro rate da 8,55€ ognuna. Per le date del trentuno marzo, trenta giugno. E poi trenta settembre e trentuno dicembre. Qualora vi fosse l’invio mensile dell’estratto conto. La rata avrebbe un importo ancor minore. Da 2,85 euro ogni trenta giorni. Si legge.
L’addebito è in via automatica, con la banca che si occupa del versamento. Dell’imposta. All’Agenzia delle Entrate. Si tratta dunque di una spesa necessaria, qualora la giacenza media risulti essere maggiore di 5mila€. Ad ogni modo, viene spiegato, vi sono taluni casi in cui non è dovuto il pagamento della suddetta imposta di bollo.
Perché quest’ultima viene azzerata da parte della banca, a seguito magari di una offerta promozionale. È il caso di alcune banche che consentono ai nuovi clienti l’apertura di un c/c offrendo la gratuità dell’imposta di bollo. Per sempre, per un certo lasso di tempo. O nel caso di attivazione di talune opzioni.
Oppure non è dovuta qualora la giacenza media sia inferiore alla cifra sopraindicata. O ancora, nel caso del Conto base, spiega Risparmioggi.it. Nel caso un soggetto fosse titolare di un conto base, riservato a coloro che hanno un valore ISEE minore di 7500€, non dovrà esser versato l’imposta di bollo in questione. E si ha – si legge ancora – diritto a tale tipo di c/c, il quale è gratis. Al fine dell’apertura servirà la presentazione in baca della documentazione attestante l’iSEE. E il possesso dei requisiti.
Tinaba è una soluzione con imposta di bollo gratuita. Nel dettaglio, è un c/c online a zero spese. Il quale permette anche la possibilità di fare investimenti su vari tipo di prodotti. Tra cui, ad esempio, le criptovalute. Nel dettaglio dell’imposta di bollo, è Tinaba ad occuparsene circa le giacenze superiori a 5000€. Qui alcuni dettagli su Tinaba e relative caratteristiche.
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