Il conto corrente intestato a disabile è soggetto a regole differenti? È obbligatoria la figura dell’amministratore di sostegno o del tutore?
Non esistono delle regole specifiche per il conto corrente intestato ad una persona disabile, ma la legge stabilisce solo delle tutele.
La Legge 104 prevede numerosi vantaggi fiscali e lavorativi per i soggetti affetti da disabilità; tuttavia, non vi sono riferimenti specifici per l’apertura di un conto corrente. Il legislatore, dunque, non ha inserito alcun tipo di beneficio particolare. Le uniche agevolazioni sono quelle concesse dalle singole banche.
Per i temi in gioco, la materia è molto delicata e, dunque, bisogna procedere con ordine.
Non perdere il seguente articolo: “Conto corrente intestato al disabile con legge 104, è pignorabile?”
Conto corrente intestato a disabile: come attivarlo?
Se il soggetto disabile non si trova in condizioni troppo gravi oppure se è minorenne, la legge non richiede alcun tipo di autorizzazione per l’apertura del conto corrente. I disabili maggiorenni, invece, devono effettuare le normali operazioni, seguite da tutti gli altri correntisti.
Per i minorenni, basta solo la presenza dei genitori (o del legale rappresentante), che dovranno semplicemente dimostrare di essere tali, qualora sul conto non vengano depositate somme importanti.
L’INPS, inoltre, tramite il Messaggio n. 3606 del 2014, ha specificato le modalità di apertura conto corrente per i minori con disabilità. Innanzitutto, non c’è bisogno di alcuna autorizzazione del Tribunale, neanche per riscuotere eventuali rate arretrate di indennità.
Diverso è il caso in cui sul conto vengano depositate somme molto elevate oppure se venga chiuso. In queste ipotesi, infatti, è richiesta l’autorizzazione del giudice tutelare.
Il conto bancario di un disabile può essere pignorato?
Un tema molto delicato è quello inerente alla pignorabilità di un conto bancario intestato ad un soggetto con disabilità. Per capire se è pignorabile, bisogna analizzare il contenuto dell’art. 545 del Codice civile, il quale specifica che tale circostanza dipende non dall’intestatario o dalla quantità delle somme depositate, ma dalla provenienza del denaro. Nello specifico, non possono essere pignorati i soldi che derivano da:
- assegno di invalidità;
- pensione di invalidità;
- indennità di accompagnamento.
Se, quindi, il disabile accredita sul proprio conto anche l’eventuale stipendio o altre forme di entrata (come investimenti o canoni di locazione), il pignoramento può essere valido a tutti gli effetti. In altre parole, si salvano solo le cifre versate dall’INPS in qualità di prestazioni a sostegno della disabilità.
Cosa succede se il disabile è grave?
Le regole appena descritte si applicano ai casi in cui la persona affetta da disabilità sia un minorenne oppure non versi in condizioni gravi. Il discorso, però, è diverso se la disabilità è abbastanza grave ed il soggetto, dunque, necessita di un amministratore di sostegno, oppure di un tutore o di un curatore (se interdetto o inabilitato), nominato con decreto del giudice.
In queste ipotesi, quindi, per l’apertura del conto corrente è obbligatoria l’autorizzazione del giudice tutelare. A tal fine, l’amministratore di sostegno deve inoltrare al giudice tutelare la richiesta per essere autorizzato ad aprire e gestire un conto bancario. Dopo il parere positivo del magistrato, l’amministratore di sostegno può recarsi presso l’istituto di credito e aprire un conto vincolato. Quest’ultimo viene intestato al disabile grave e collegato all’amministratore di sostegno.
Conto corrente intestato a un disabile: il ruolo dell’amministratore
L’amministratore di sostegno è colui che ha il compito di assistere un soggetto non autonomo, occupandosi dei suoi interessi e delle funzioni quotidiane. È importante sottolineare che non si sostituisce dal beneficiario, ma lo aiuta nella gestione di specifici atti.
Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Vuoi diventare amministratore di sostegno di un parente? Come fare“.
Di solito, è lo stesso disabile o i suoi familiari che scelgono tale figura. Non è obbligatorio per le persone che hanno problemi solo legati all’età o ad impedimenti. L’amministratore di sostegno, invece, è obbligatorio per gli incapaci.
Il tutore viene nominato dal giudice tutelare, tramite il cd. decreto di nomina. In tale atto devono essere necessariamente specificati i seguenti elementi:
- la durata dell’incarico dell’amministratore, che può anche essere a tempo indeterminato;
- l’estensione delle sue facoltà e gli atti che il tutore può compiere a nome e per conto della persona disabile;
- gli atti che il soggetto con disabilità può compiere solo attraverso l’assistenza dell’amministratore di sostegno.