Quali sono alcuni dettagli da sapere circa il conto cointestato e come funziona, e quando si potrebbe parlare di appropriazione indebita
A cosa si fa riferimento quando si parla di un conto cointestato, qual è il funzionamento e quando si potrebbe parlare di appropriazione indebita: alcuni dettagli al riguardo a seguire.
Quando si parla di conto cointestato ci si riferisce ad un conto che non ha un solo titolare, ovvero quest’ultimo si può intestare a 2 persone, come nel caso ad esempio di due coniugi, ma anche ad esempio ad un numero maggiore. Tale conto di questo tipo può essere a firma congiunta. E in tal caso serve l’autorizzazione di ciascuno intestatario al fine di poter fare ciascuna singola operazione. A differenza del secondo caso, ovvero la firma disgiunta.
Ma cosa accadrebbe qualora uno dei due titolari del suddetto conto prelevasse una quota eccedente quelle che dovrebbe essere la sua parta di denaro depositato? A parlarne nel relativo approfondimento è Quifinanza.it, il quale spiega che la banca non ha possibilità circa il contrasto di una richiesta di tale tipo.
Dunque, qualora si verificasse una ipotesi secondo cui uno tra gli intestatari di un c/c cointestato dovesse spendere. Oppure prelevare troppo denaro, o ancora tutto quanto vi sarebbe sul conto, viene spiegato che la banca non potrebbe essere additata per quanto concerne ciò che eventualmente sarebbe avvenuto.
Tenendo conto che i titolari del c/c dovrebbero invece badare al rispetto di una regola, per cui colui impiega una quota in eccesso dal conto, sarà poi tenuto alla restituzione agli altri soggetti delle cifre sottratte. Ci si potrebbe trovare – si legge – dinanzi ad un reato di appropriazione indebita. Si tratta di un reato disciplinato dall’art.646 del CodicePenale.
In tal caso, chi si impossessasse del denaro. Il quale appartiene in realtà ad altri soggetti. Commetterebbe dunque un danno nei confronti di quest’ultimi. Procurando allo stesso tempo, un vantaggio a sé, viene spiegato.
Conto cointestato, il punto sulla divisione delle cifre e alcuni dettagli circa le conseguenze
È un tema importante, di rilevanza e che desta grande attenzione, quello inerente il conto cointestato, i cui dettagli circa il funzionamento, di chi sono i soldi quali aspetti bisogna conoscere, sono stati approfonditi anche qui.
In merito al punto circa la divisione di quanto vi è su di un c/c cointestato, la quesitone si lega agli accordi. I quali sono stati fatti dalle parti; Quifinanza.it spiega che qualora non vi sia un patto diverso, è presumibile che il denaro versato debba essere suddiviso in eguali parti.
Vi sarà comunque la possibilità di decidere in modo autonomo. E senza dover dare comunicazione alla banca. Di decidere che ciascuno potrà usare solo il denaro che saranno versati in prima persona. O che saranno ricevuti, ad esempio mediante l’addebito dello stipendio. Vi sono altri casi, viene spiegato, in cui ad esempio i genitori anziani la cui pensione arriva sopra un conto contestato con il figlio; questi può avervi l’accesso, ma lo impiega solo per aiutare i genitori per quanto concerne le spese quotidiane, come nel caso di farmaci, cibo ed altro ancora.
In tali casi, il soggetto che eventualmente utilizzasse il c/c, non contribuendo al versamento di denaro, non potrebbe avere nessuno diritto circa gli importi che vengono depositati sul conto cointestato, pur avendovi accesso.
Ma cosa accadrebbe qualora uno dei contestatari di un contoa firma disgiunta usasse una parte del denaro eccedente la propria quota? Quifinanza.it menziona la Corte di Cassazione. E si legge che secondo quest’ultima si tratterebbe effettivamente del reato. Di appropriazione indebita. Il quale si può denunciare mediante querela, alle Autorità, e dunque a Carabinieri, Polizia. Oppure Procura della Repubblica. E si legge ancora che in aggiunta all’azione penale, si potrebbe agire anche con una azione civile.
Dunque vi sarebbe, nel caso si verificasse la situazione in questione, la possibilità di rivolgersi ad un avvocato al fine del recupero del denaro. Impiegato in modo indebito da parte del cointestatario, tentando anche di avere un risarcimento in più qualora l’eventuale caso avesse procurato anche dei danni. Dal punto di vista non patrimoniale.
Viene sottolineato che è importante essere a conoscenza del fatto che in caso di una eventuale appropriazione indebita. Da parte di un coniuge. Dunque del marito oppure della moglie, non vi sarebbe modo di querelare. Anche nei casi in cui i due soggetti fossero in regime circa la separazione dei beni. Il solo modo inerente il procedere mediante azione legate consisterebbe nel far richiesta prima della separazione. O del divorzio.
Inoltre, viene ricordato che neanche gli eredi del contestatario, di un soggetto che avrebbe ricevuto il reato di appropriazione indebita qualora fosse venuto a mancare, potranno dar seguito ad una azione penale. Gli eredi in quesitone potrebbero agire civilmente. Non vi sarebbero possibilità previste dalla legge circa lo sporgere querela.
Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è bene, opportuno ed importante approfondire la questione ed informarsi sui temi e sugli elementi, così da chiarire eventuali dubbi e comprendere gli aspetti nel dettaglio, anche mediante un confronto con esperti del campo e professionisti del settore, i soggetti competenti in materia.