Meglio avere un conto in banca o investire i propri soldi in dei titoli di Stato? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
A partire dal cibo fino ad arrivare alla varie necessità quotidiane, sono davvero molte le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio. Una chiara dimostrazione di come i soldi, seppur non garantendo la felicità, contribuiscano allo stesso tempo a risolvere un bel po’ di problemi. Non stupisce, quindi, che in un momento storico particolarmente difficile come quello attuale, a causa della crisi provocata dal Covid, siano in molti a volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio.
Sono tante in effetti le persone a decidere di lasciare i propri soldi fermi sul conto, nonostante le perdite derivanti dal fatto che l’inflazione sia in continua salita. Proprio partendo da questo presupposto, quindi, sono in tanti a chiedersi se sia meglio avere un conto in banca oppure investire i propri soldi in dei titoli di Stato. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Soldi, meglio il conto in banca o un investimento in titoli di Stato? Ecco cosa c’è da sapere
I conti correnti finisco spesso nel mirino del Fisco, che cerca in questo modo di scoprire eventuali casi di evasione fiscale. Proprio sul conto corrente, d’altronde, depositiamo i nostri risparmi, a cui attingere in caso di necessità. Vista l’importanza di quest’ultimi, inoltre, non stupisce che siano in molti a voler sapere quali sia la soluzione più giusta, al fine di evitare spiacevoli sorprese. In particolare sono in molti a chiedersi se sia meglio avere un conto in banca oppure investire i propri soldi in dei titoli di Stato.
A tal proposito può risultare utile avere qualche informazione in merito agli ultimi dati registrati da tali strumenti. Entrando nei dettagli, infatti, nei primi otto mesi dell’anno sono stati parcheggiati sui conti correnti degli italiani ben 60 miliardi di euro in più. In questo modo si è arrivati a ben 1.800 miliardi di euro. Un dato che non passa di certo inosservato, soprattutto considerando il periodo attuale caratterizzato da un’inflazione in forte ascesa.
Soffermandosi sui rendimenti, quindi, bisogna sapere che in base ai dati resi noti dall’Associazione bancaria italiana, ad agosto il tasso d’interesse medio praticato dalle banche a favore della clientela è stato dello 0,46%. Il dato comprende le obbligazioni bancarie, che nello stesso mese rendevano la media dell’1,79%. Escluso tale strumento, quindi, il tasso medio risultava pari ad appena lo 0,30%. Considerando che l’inflazione ad agosto è stata pari a circa il 2%, sui 1.800 miliardi di risparmi totali, la perdita reale avrebbe toccato ben 32 miliardi di euro.
Conto in banca o un investimento in titoli di Stato: occhio alle tempistiche
Per quanto riguarda i titoli di Stato, invece, nello stesso periodo di riferimento si è registrato un rendimento medio dello 0,26% lordo, pari allo 0,2275% netto. Un tasso, quindi, ancora più basso rispetto a quello delle banche. Dall’altro canto a settembre tale rendimento lordo risultava pari allo 0,37%, a fronte di un’inflazione del 2,5%.
Come è facile intuire, comunque, si tratta di dati inerenti un determinato periodo e per questo non possono essere utilizzati come parametri di riferimento a livello assoluto. Viste le loro caratteristiche, inoltre, il conto in banca e gli investimenti in titoli di Stato non sono confrontabili. Il conto in banca, ad esempio, può essere senza vincoli, potendo prelevare in qualsiasi momento, oppure vincolato fino a 36-48 mesi.
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I titoli di stato, invece, presentano mediamente una durata superiore ai 7 anni e se rivenduti prima del termine di scadenza, ci si ritrova a dover fare i conti con la volatilità dei prezzi sul mercato. Se tutto questo non bastasse, in caso di investimenti brevi, si rischia di perdere soldi a causa dei rendimenti negativi. Stabilire a priori se sia meglio uno strumento piuttosto che un altro, pertanto, non è possibile. Il tutto dipende dalle proprie necessità personali, fermo restando che in entrambi i casi il livello di rischio è particolarmente basso. A determinare la scelta, quindi, possono essere le tempistiche per cui si desidera investire o meno i propri risparmi.