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Economia e Finanza

Le conseguenze del trade off cinese, tra libero mercato ed economia pianificata

La Cina segue da mesi le evoluzioni delle sue più grandi aziende tecnologiche per sottrarre il potere politico dalle possibili influenze mediatiche derivanti dalla popolarità e dal potere economico di società come Tencent Holdings e Alibaba.

Tencent Holdings, impegnata nel settore dell’intrattenimento e dei social media, ha perso più di un quinto della sua capitalizzazione negli ultimi quattro mesi e sembra ora avere perso la fiducia degli stessi investitori cinesi.

Soltanto a giugno i trader cinesi hanno venduto azioni Tencent per un valore pari a 1,4 miliardi di dollari, il peggior disinvestimento che ha coinvolto il gigante tecnologico dall’inizio di maggio 2020.

XI Jinping porta avanti la sua linea politica a dispetto degli effetti sulle imprese

Le cause del fenomeno sono da attribuire al tentativo, nella strategia di XI Jinping, di utilizzare a vantaggio dell’immagine e dell’economia cinese, l’innovazione generata sulla società da queste grandi aziende, escludendo al contempo eventuali ripercussioni economiche date dal rischio imprenditoriale connaturato a un’economia di mercato. È necessario per Pechino escludere ogni possibile intromissione nelle politiche del governo data dall’esposizione mediatica e dal potere di queste grandi aziende compresa la necessità di avere l’esclusiva sui contenuti culturali. Dal punto di vista tecnico, le quotazioni Tencent si trovano oggi sui minimi di prezzo, coincidenti con quello che è il supporto intorno ai 570 dollari, dai quali dal 14 gennaio 2020 era iniziato un movimento rialzista che in un solo mese aveva portato le quotazioni ai suoi massimi storici, avvenuti il 18 febbraio, quando le quotazioni avevano raggiunto quota 775 dollari. Le particolari condizioni nella quale Tencent si trova oggi a operare possono comportare un ulteriore svalutazione.

Da quando Tencent è stata sottoposta alle indagini dell’antitrust cinese anche nell’ottica di limitare gli effetti che l’innovazione comporta sull’aumento del relativismo culturale, sono pesati sulle quotazioni le accuse di posizione monopolistica, con una perdita del valore maggiore del 24%. La percezione del valore degli investitori potrebbe comunque creare nuove occasioni d’acquisto, quando le preoccupazioni per il modo nei quali il governo cinese porta avanti il suo comunismo di mercato, lasceranno il posto a un analisi oggettiva del valore della compagnia, che ha visto aumentare nello stesso periodo la domanda per i suoi contenuti online e i suoi servizi.

L’alternativa nel settore dei servizi digitali: Alibaba e JD.com

Il governo cinese attraverso la crescente digitalizzazione dei suoi servizi e la raccolta dei dati dei propri cittadini, ha la possibilità di avere un enorme database, che la rende sempre più competitiva nel conoscere in anticipo le tendenze economiche del suo mercato interno. Le aziende come Tencent, ma sopratutto Alibaba e JD.com possono offrire da questo punto di vista nuovi spunti per gli investitori. Le vendite online nel Paese continuano a essere un’area che ancora oggi come negli ultimi anni è interessata da un crescente sviluppo economico, con un tasso di penetrazione del settore e-commerce che è attualmente intorno al 20%. Il potenziale inespresso è ancora alto se consideriamo come alcune categorie merceologiche come ad esempio gli alimentari, abbiano ancora valori sotto il 10% e potranno perciò crescere a beneficio dei colossi dell’e-commerce.

È importante inoltre riconoscere come in questo periodo storico il rischio sanitario abbia accelerato in modo particolare la frequenza degli acquisti online, entrati a pieno titolo nelle abitudini di consumo della popolazione. I nuovi modelli di vendita al dettaglio che si stanno diffondendo in Cina, sono in grado di amplificare la rete di persone che si rivolgono a questo tipo di servizio. Esistono infatti commercianti al dettaglio o singoli individui come i grossisti, con una serie di contatti tali da creare gruppi sui social network, sui quali sono diffuse le promozioni relative ai prodotti accessibili sugli store online, che fanno capo a negozi fisici o sono consegnati direttamente a domicilio.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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