Chi prende un congedo straordinario per 104 deve sapere quali sono le condizioni. Perché a volte possono riservare amare sorprese.
Il congedo straordinario per 104, come sappiamo, viene dato a chi necessita di assistere un parente disabile grave. Si tratta di una delle tante misure previste appunto nella Legge 104, che tutela alcune categorie di cittadini. Invalidità e Legge 104, infatti, non sempre “vanno a braccetto”. I benefit concessi da detta Legge sono riservati a precisi casi.
Dunque un lavoratore che deve assistere un parente disabile grave può chiedere il congedo dal lavoro. Più nello specifico, possono beneficiare di questa misura il coniuge, i genitori o affidatari di un minore disabile, i figli o fratelli e sorelle di una persona con disabilità. I gradi di parentela arrivano fino al terzo. Il periodo di tempo che si può prendere come congedo straordinario è di massimo 2 anni. Fruibili tutti insieme o in più tranche temporali.
Ma durante questi due anni, cosa succede alle condizioni economiche del lavoratore? Andiamo a capire bene cosa prevede la Legge, che è molto chiara su tutti gli aspetti.
Congedo straordinario per 104: si perdono ferie, contributi e tredicesima? Cosa dice la Legge
Il congedo straordinario è una condizione particolare, regolamentata in maniera diversa dallo svolgimento dell’attività lavorativa. Durante i mesi e anni in cui la persona è assente, vengono riconosciute delle indennità, che però eroga l’INPS. Naturalmente è possibile che il datore di lavoro le anticipi. Inoltre, esistono delle soglie annue che non possono essere superate. Al momento l’importo massimo previsto per Legge è di 48.738€.
Per alcuni aspetti, il beneficiario del permesso straordinario per 104 è molto tutelato. Ad esempio, il periodo di assenza viene comunque calcolato ai fini contributivi. Dunque non perde il monte accumulato per la pensione. Inoltre, ovviamente, non rischia di perdere l’impiego. Ma per altri aspetti ci sono delle cose da sapere.
Ad esempio, durante i periodi di assenza il lavoratore non matura i permessi retribuiti, e nemmeno le ferie. Questo perché il calcolo delle stesse avviene proprio in base alle ore/giorni lavorati. Non solo, anche il Tfr rimane “sospeso” per il periodo di congedo straordinario goduto. Anche gli scatti di carriera rimangono “congelati” a causa del congedo straordinario. D’altronde, solamente lavorando si possono ottenere riconoscimenti di impegno e crescita professionale.
Infine, anche la Tredicesima mensilità non viene riconosciuta durante il congedo, perché anch’essa si calcola come per i permessi e le ferie. Anche se il lavoratore, dopo i due anni di congedo straordinario, si ritrova con un po’ meno denaro in tasca, bisogna considerare che almeno ha potuto assistere alla persona casa, con tutte le tutele a suo favore.