Congedo parentale: diventa pretesto per licenziamento con l’ultima sentenza di Cassazione

Licenziato a causa del congedo parentale: non dovrebbe accadere ma è tutto vero. Ecco cosa si deve evitare: si rischia tutto

Quando nasce un figlio, la gioia in famiglia è sempre tanta: la mamma e il papà vivono una rivoluzione emotiva ma anche fisica davvero importante e, per istinto e per necessità, tutto ciò che vorrebbero fare è poter stare per più tempo possibile a contatto con il piccolo appena arrivato. In questo senso, in Italia esiste il congedo parentale: si tratta di un periodo di astensione dal lavoro di cui i lavoratori e le lavoratrici possono godere nei primi anni di vita del figlio, così da prendersene cura nel suo periodo di crescita più importante.

uomo e neonato
Il congedo parentale: diventa pretesto per licenziamento – Trading.it

Se fino a qualche anno fa si parlava solo di congedo di maternità, oggi invece l’accezione è più ampia: anche i papà, infatti, possono usufruire di questo diritto se ne hanno i requisiti e la necessità, nell’ottica di una gestione dell’arrivo di un figlio sempre più bi-genitoriale ed inclusiva. Oggi, però, parliamo di un rischio poco conosciuto: chi usufruisce del congedo parentale potrebbe andare incontro ad un licenziamento.

Licenziato a causa del congedo parentale: cos’è successo

Nelle scorse ore, la Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento di un lavoratore che, durante il periodo di congedo parentale, ha esercitato un’attività di compravendita di automobili. Secondo la Corte, svolgendo quest’attività il cittadino ha violato gli obblighi di correttezza e di lealtà e, soprattutto, ha usufruito del congedo per scopi non autorizzati. Nel caso specifico, il “lavoro” del dipendente in congedo è stato scoperto da un investigatore privato assunto dall’azienda stessa che, dubitando della lealtà del proprio lavoratore, l’ha ingaggiato ed ha scoperto che quest’ultimo svolgeva l’attività di compravendita in modo continuativo e non occasionale.

Fare gli scatoloni
Licenziato a causa del congedo parentale: cos’è successo (trading.it / canva)

L’azienda, scoperta l’attività svolta durante il periodo di congedo parentale, ha proposto il licenziamento del dipendente sulla base della violazione degli obblighi di lealtà e di fedeltà sanciti dall’articolo 2105 del Codice Civile e dall’articolo 43 del Contratto Collettivo di riferimento. Questi, infatti, impongono ai lavoratori di comunicare eventuali altre attività lavorative: è per questo mancato rispetto delle norme che il dipendente è stato licenziato.

Il Tribunale prima e la Corte d’Appello poi hanno confermato il licenziamento, sottolineando che l’agenzia investigativa abbia operato nel pieno rispetto di tutte le leggi. La Cassazione, quindi, ha confermato che il periodo di congedo parentale non può essere strumentalizzato per svolgere attività lavorative parallele a quella ufficiale e dev’essere adoperato solo ed unicamente per la crescita della prole.

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