Misure di Welfare per i cittadini: cos’è il congedo di cura? Si tratta della misura più efficace in materia di sostegno. Perderlo è un errore.
Gestione dell’ invalidità civile, il congedo di cura viene assimilato all’assenza per malattia o ci sono altri aspetti inediti da considerare? Attorno alla materia c’è spesso confusione, ma bisogna informarsi tempestivamente. Dietro una questione così importante, c’è molto di più da considerare. Non si tratta solo di agevolazioni, ma quanto dell’assistenza fisica e concreta per chi ne ha di bisogno.
Se fosse facile, non se ne parlerebbe così tanto, ma davanti ad una quotidianità sempre più accelerata, non si può fare a meno di trovarsi in difficoltà. Sembra che il tempo non sia sufficiente a colmare le mancanze, ma forse il sistema ha studiato una strategia vincente. Arriva la misura vantaggiosa, come ottenerla?
Come se non bastasse, non si tratta solo di definire cosa concerne il congedo di cura, ma anche di riconoscere in primis che ci sono delle grosse differenze nella gestione di quest’ultimo, proprio in relazione alla natura del rapporto di lavoro. Infatti, se si tratta di un dipendente pubblico non ci sono le stesse condizioni del privato. Allora, ci possono essere meno garanzie? A tutela dei lavoratori e delle loro famiglie c’è la normativa che disciplina in maniera specifica la questione.
Il congedo di cura consta nell’avere a disposizione ben 30 giorni retribuiti. È un congedo legato al riconoscimento dell’invalidità civile, ed è diverso dalla disabilità certificata con legge n. 104 del 1992. Consta nel tempo impiegato nell’effettuare l’assistenza necessaria alle proprie condizioni di salute se ci sono delle menomazioni intellettive, psichiche o fisiche. Sono questioni delicate, per cui si cerca di far sì che il Welfare sia dalla parte dei cittadini e garantire così il benessere della collettività.
Lo Stato Sociale in soccorso con il congedo di cura, corsa al beneficio
Welfare e Stato Sociale sono i sinonimi che meglio qualificano il sistema vigente in Italia. Si tratta di Politiche sociali atte a garantire con i dovuti servizi, il benessere dei cittadini. È la pura azione a favore della collettività mediante misure specifiche in relazione alle varie problematiche che possono affliggere la società. Tra le tante questioni, c’è il congedo di cura, il quale è fondamentale data la realtà presente oggigiorno. Proprio per questo, è doveroso fare le dovute distinzioni tra pubblico e privato, e capire come intervenire.
Per garantire alla fascia di popolazione fragile il maggior benessere possibile, viene istituito il Congedo di cura a sua volta equiparato alla condizione di assenza per malattia. Per cui è retribuito, ma in maniera differente dall’assenza ordinaria che include il conteggio del periodo di comporto. La richiesta viene inoltrata direttamente al datore di lavoro con la prescrizione scritta dal medico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, o da un ente sanitario pubblico.
Il datore di lavoro non ha alcun potere e negarlo, né di modificarne la durata, ma ha il compito di inviarlo a sua volta ai destinatari di competenza con tutta la documentazione annessa. Se si è dipendenti pubblici, la questione è disciplinata dai Contratti collettivi di lavoro. Nel caso dei privati, è l’INPS l’ente gestore della pratica.
Lo strumento è concesso al lavoratore con invalidità civile che supera il valore del 50%, il quale necessita di far fronte a tutte quelle terapie che concernono al ripristino della sua condizione di salute. Dalla fisioterapia fino all chemioterapia. Sono molteplici gli interventi, tutti diretti al benessere del cittadino. Per legge non ci sono più di 30 giorni l’anno, ma possono essere frazionati in base al monte ore, non serve che siano continuativi.
Il lavoratore come può gestire tutto? Se si tratta di interventi continuativi, può una presentare anche un’attestazione cumulativa che certifichi l’attuazione degli interventi di cura di natura necessaria e non procrastinabile. Questa prestazione non può essere effettuata né per esami del sangue, né tantomeno per visite di routine, ma deve essere finalizzata alla condizione di invalidità debitamente certificata. Tra le agevolazioni non c’è solo la retribuzione garantita, ma anche l’esenzione dal ticket, fornitura gratuita di protesi, e l’essere inclusi come categorie protette nelle liste di collocamento.