Si continua a parlare di conflitto nucleare, lo si sa, gli effetti sarebbero devastanti. In che modo gli Stati Uniti di Biden risponderebbero alla Russia di Putin?
Se l’autocrate Putin dovesse infiammare una conflitto nucleare in territorio ucraino, la reazione degli Usa, a parere di Ben Hodges, sarebbe “devastante”. L’attacco sarebbe sferrato nel Mar Nero e in Crimea.
Quella di Putin si tratta di una minaccia da prendere seriamente o siamo di fronte al solito deterrente dal sapore di bluff? Il conflitto nucleare si conferma in ogni caso un timore reale.
Come da tradizione, nel frattempo che le cancellerie europee sono a interrogarsi su tale controverso rompicapo, negli uffici dei servizi segreti americani e britannici circolerebbe già un’aria da “allarme rosso”.
Le rivelazioni di Ben Hodges sul possibile conflitto nucleare
A confermare l’apocalittico scenario ecco Ben Hodges, ex guida delle forze armate americane sul continente europeo tra il 2014 e il 2018, che ha concesso una ricca intervista ai giornalisti Tom Cotterill e Chris Pleasance per il Mailonline.
Se la Russia di Putin dovesse far ricorso ad armamenti nucleari in territorio ucraino, la reazione Usa sarebbe a dir poco devastante. Questo il parere di Hodges. Anche se per l’ex comandante il suo Paese non dovrebbe arrivare al punto di doversi avvalere del proprio arsenale atomico
Nella circostanza di un conflitto nucleare in Ucraina, per l’ex militare la pronta replica degli Stati Uniti consterebbe nella distruzione della flotta del Mar Nero o nell’annientamento delle postazioni in Crimea.
Il presidente Biden, innanzi a uno scenario drammatico come quello di un attacco nucleare russo, non esiterebbe nell’agire con assoluta prontezza e severità.
Putin, minaccia a prova di atomica
Putin sembra stia giocando una serie di carte (che siano quelle della disperazione?). L’autocrate ha bandito quattro consultazioni dirette per l’annessione alla Russia di altrettanti oblast ucraini in controllo dei suoi uomini. In più, ha annunciato in patria una chiamata alle armi militare parziale. Spediti al fronte circa 300.000 riservisti. Ecco che in Russia, si vedano gli aeroporti, è scattato immediatamente il “si salvi chi può”.
Putin lancia le sue intimidazioni in un comizio trasmesso in televisione: “Useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. Coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro”.
La corsa al conflitto nucleare “legale” è partita. Se i territori interessati dai referendum (ossia Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) dovessero andare verso l’annessione alla Russia tramite questo voto farsa, le aree in questione sarebbero stimate dal Cremlino come parte integrante del territorio russo, alla stregua di autentici confini. Ecco allora che andrà in scena la tanto conclamata dottrina difensiva di Mosca:legale utilizzo di arsenale nucleare in caso di minaccia dei propri confini territoriali.
Una mossa calcolata e architettata ad hoc che desta non poche preoccupazioni: sarebbe necessario un solo razzo ucraino lanciato in una di questi territori per fornire a Putin una giustificazione per avvalersi di tutta la sua potenza atomica.
Gli Stati Uniti come potrebbero reagire al conflitto nucleare
Considerando la portata e l’efficacia della controffensiva dell’esercito a Est, questa manovra da parte di Mosca potrebbe rivelarsi un deterrente volto a fiaccare Kiev nell’obiettivo di procedere alla liberazione delle aree occupate dato lo spettro di un conflitto nucleare.
Stando allora al parere di Ben Hodges, se Putin decidesse di avvalersi in Ucraina di armamenti tattici nucleari, la reazione bellica degli Usa, affiancati dalla Gran Bretagna, sarebbe istantanea e notevole con offensive devastanti verso diversi distaccamenti e reparti militari strategici dell’esercito russo.
Il terrificante spauracchio all’orizzonte è quello che di qui a breve possa divampare un terzo conflitto globale che presenti come spaventosa novità quella dell’uso di armamenti nucleari.
Un incubo con potenziali margini di realtà. Parola alla diplomazia e al buon senso.