Tempi difficili per lo Stato e per l’Agenzia delle entrate. I debiti non rientrano e si potrebbe andare verso nuove incredibili eventi.
La situazione nel nostro paese anche all’indomani della grossa crisi che ha investito l’Italia cosi come gran parte del mondo in seguito alla epidemia di covid rischia di peggiorare ulteriormente. Sempre più frequenti sono le prese di coscienza da parte del Fisco rispetto a situazioni debitorie che non rientreranno mai. Debitori deceduti, aziende fallite o in fallimento, situazioni insomma al limite che potrebbero rendere assolutamente necessari altri interventi da parte dello Stato cosi come è successo quest’anno.
Ciò che appare più che certo è che certe pendenze resteranno tali per sempre. Ancora più dannoso è il fatto che nonostante la quasi totale certezza in merito, si continui in qualche modo ad investire sui rientri di soldi in questione. Operatori pronti a lavorare le pratiche, pronte a chiedere la riscossione del credito, tutto lavoro inutile ma retribuito. Ciò che in qualche modo sorprende è la possibilità ventilata da qualcuno di un ulteriore condono fiscale dopo i dissapori per molti per quello varato ad inizio 2021.
L’ultimo condono, la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali dopo circa due anni di immobilismo da parte dell’Agenzia delle entrate, causa pandemia, ha prodotto circa 18 milioni di debitori, parola di Ernesto Maria Ruffini, direttore della stessa Agenzia delle entrate. C’è attesa, per cosi dire per ciò che potrebbe accadere il prossimo anno con la ripresa piena delle attività dell’Agenzia, con il ritorno, insomma, quel tipo di lavoro mal sopportato dagli italiani, soprattutto da quelli con relativi sospesi proprio con il Fisco.
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Il rischio concreto è quello di riprendere l’attività di recupero crediti e trovarsi di fronte ad una situazione ancora più complessa di quella che ha di fatto gettato le basi per il condono fiscale messo in campo dal Governo ad inizio anno. La pericolosità del futuro, di ciò che è maturato nei due anni appena trascorsi potrebbero costringere l’esecutivo a considerare nuovamente l’idea di un condono. Un nuovo condono quinti tra le proteste eventuali, di sicuro diffuse e l’esigenza di far ripartire una volta per tutte il paese.
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