Cosa c’è da sapere sul requisito dell’altezza minima rispetto al concorso pubblico e ai lavori: la diversificazione tra uomo e donna e i dettagli che non tutti sanno
Quali sono gli aspetti e i punti da conoscere ed approfondire, quelli che magari non tutti conoscono, quando si parla di altezza e statura minima in merito ai concorsi pubblici, al lavoro e alle mansioni, la diversificazione tra donne e uomini e alcuni aspetti da sapere: ecco di cosa si tratta nel dettaglio.
Sono tanti e diversi gli aspetti che possono essere approfonditi, che destano attenzione e curiosità, e per quanto concerne il requisito dell’altezza minima nei concorsi pubblici, come viene spiegato da Laleggepertutti.it, proprio tale aspetto è stato più volte affrontato e chiarito dalla giurisprudenza.
Infatti, proprio a tal riguardo, si legge che qualora questo criterio non sia oggetto di una distinzione tra uomini e donne, come le seconde che generalmente ed in media sono più basse dei primi, finisce per essere una discriminazione indiretta al lavoro, viene spiegato, e come tale vietata dal codice delle pari opportunità.
Vi sono, proprio in tal senso, diverse pronunce in relazione al criterio della statura e questo aspetto è dunque interessante da approfondire con i diversi punti e alcuni dettagli su cui soffermarsi.
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Desta dunque attenzione e curiosità il tema del requisito altezza minima in ambito concorso pubblico e rispetto all’accesso ad un lavoro, con alcuni punti e dettagli che vengono approfonditi da Leggepertutti.it proprio nel relativo approfondimento.
A tal riguardo, viene menzionata la Cassazione, ord. n. 7982/2020, dove è stato chiarito che la statura minima non rappresenta un valore astratto, circa l’accesso ad un impiego, che possa essere impiegato senza una verifica sul piano concreto e come criterio identico di accesso al rapporto lavorativo per uomini e donne.
Ad impedire l’utilizzo di questo dato come parametro uniforme di valutazione delle caratteristiche fisiche circa l’idoneità al posto di lavoro per il genere maschile e femminile, è la differenza di statura che è mediamente riscontrabile. In virtù di ciò dunque, in sintesi, il parametro dell’altezza minima violerebbe il principio di uguaglianza e realizzerebbe una forma di discriminazione indiretta a danno del genere femminile, se non vi fosse operata una distinzione tra uomo e donna.
Laleggepertutti.it spiega, in riferimento alla Cassazione, che non basta una generico deficit di statura ai fini della esclusione dalla idoneità alla assunzione, ma viene richiesta una valutazione per singolo caso, con lo scopo di poter accertare se l’eventuale ridotta statura del soggetto candidato/a rappresenti effettivamente un impedimento in merito alla mansione oggetto della selezione per il posto vuoto.
Il suddetto deficit di statura non può costituire, secondo la Cassazione, spiega Laleggepertutti.it, un impedimento che si può valutare in astratto ma va legato al ruolo che il datore di lavoro ha bandito, per poter verificare, sul piano operativo, che la statura bassa in questione rappresenti una reale incompatibilità rispetto all’impiego.
Restando nell’ambito di tale discorò e rispetto al fatto che la richiesta del requisito della statura minima deve essere giustificata in modo concreto circa le mansioni che si vanno a svolgere, come per quanto concerne i Vigili del Fuoco, Laleggepertutti.it spiega che la giurisprudenza ha escluso questo presupposto per quanto riguarda la figura del capotreno.
Questi parametro, si legge, non può essere richiesto in questo caso, e viene citata la Cassazione sent. n. 27729/2019, in cui, viene spiegato, è stata ritenuta non legittima e dunque da disapplicare, la richiesta di una altezza minima, poiché irragionevole in relazione alle concrete mansioni di un Capo servizio treno.
Ciò è in contrasto con i principi per quel che riguarda la non discriminazione, l’imparzialità e con l’obbligo di conformare, si legge, la condotta della Pubblica Amministrazione al criterio della correttezza e della buona fede.
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Laleggepetutti.it spiega che a norma della legge 12 gennaio 2015 n.2, non è più applicabile alcun limite di altezza neanche per quanto concerne il reclutamento del personale delle Forza armate, e rispetto all’accesso ai ruoli del personale delle Forze di polizia a ordinamento militare e civile.
Questo aspetto però, si legge, vale soltanto per bandi pubblicati dopo il 13 gennaio 2016, e si menziona il Tar Roma, sent. n. 10804/2019. Tar Roma, sent. n. 9691/2017.
Secondo il Tar Roma, rispetto al candidato in un concorso ai fini del reclutamento del personale delle Forze Armate, quello dell’altezza non rappresenta un parametro adeguato a rispecchiare le effettive capacità fisiche di un soggetto e il divieto di discriminazione all’accesso al pubblici impiego è esteso, in modo esplicito, anche per le attività lavorative che richiedono particolari capacità fisiche. Come nel caso delle Forze Armate o servizi di Polizia, che possono chiaramente dar seguito a selezioni, ma non, viene spiegato, basate soltanto sul dato numeri, ma su prove realmente selettive.
Infine, si legge che le indicazioni della giurisprudenza che sono state descritte fin qui fanno riferimento all’accesso al posto pubblico e non a quello privato; in questo caso, viene spiegato che il datore di lavoro gode di una discrezionalità maggiore. Si ponga ad esempio il caso delle guardie giurate, dove il requisito della statura può essere funzionale rispetto al tipo di lavoro e alle mansioni che si vanno a svolgere.
Ad ogni modo ed al di là di tutto, è opportuno ed importante informarsi ed approfondire la tematica, ed i relativi particolari, dettagli e tutto quanto previsto, anche mediante il confronto con esperti del campo e specialisti del settore, così da chiarire ogni eventuale dubbio al riguardo.
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