Spesso ci si domanda se, comprare casa all’asta possa essere conveniente. La risposta è sì, ma occorre fare attenzione alle tasse e ai costi accessori.
Capita spesso di imbattersi in annunci di case in vendita che, però, sono sottoposte ad asta giudiziale. Ciò vuol dire che, il proprietario dell’immobile è risultato insolvente e il tribunale ha messo in vendita la proprietà, al fine di recuperare le somme di denaro che spettano i creditori.
Quando una casa viene messa all’asta, per il recupero dei crediti, il valore d’acquisto è nettamente inferiore a quello previsto dal mercato immobiliare. Per questo motivo, comprare una casa all’asta è un’operazione piuttosto conveniente. Soprattutto se si considera che è possibile l‘acquisto di una casa all’asta accendendo un mutuo.
Tuttavia, occorre fare attenzione alle conseguenze fiscali a cui si va incontro. Di fatto, coloro che decidono di acquistare una casa all’asta non devono essere degli acquirenti improvvisati, ma devono avere un minimo di consapevolezza. Infatti, l’operazione di acquisto di una casa all’asta è più complessa, rispetto ad una compravendita di immobile normale.
Uno dei primi elementi da prendere in considerazione, quando si valuta l’idea di acquistare una casa all’asta, riguarda il prezzo dell’immobile. Tuttavia, è importante evitare di commettere un errore, piuttosto comune nei principianti, che esclude dalla valutazione i costi accessori e le imposte.
In effetti, le imposte da considerare per questo tipo di operazioni sono soprattutto quella ipotecaria e catastale. Il valore di tali imposte è pari a circa €50 l’una. A questo importo, in alcuni casi, occorre aggiungere anche l’IVA.
Inoltre, è importante tenere in considerazione anche l’imposta di registro che può essere un elemento decisivo nella valutazione di un immobile, perché può variare in maniera sostanziale rendendo un acquisto più o meno conveniente.
L’ammontare minimo di un’imposta di registro è pari a €1000. Generalmente tale imposta corrisponde al 2% della rendita catastale, moltiplicata per un coefficiente che può essere 126 o 115,5. Tuttavia, se l’immobile non figura come prima casa, l’aliquota è pari al 9% della rendita catastale moltiplicata per i medesimi coefficienti.
È, dunque, chiaro che l’esborso può cambiare drasticamente in funzione di tali valori. Per questo motivo, è importante prenderli in considerazione prima di valutare l’idea di acquistare una casa al l’asta.
Per quanto, invece, riguarda il valore dell’IVA, questo generalmente è previsto solo quando si acquista un immobile dall’impresa costruttrice. Infatti, per tutte le altre compravendite di immobili tra privati, l’IVA non è prevista.
Tuttavia, se la casa da acquistare all’asta è di proprietà di una società soggetta ad IVA (es. impresa costruttrice), anche in questo caso, il valore dell’immobile è assoggettato ad Iva.
In tal caso, le aliquote variano in questo modo:
Quando si effettua una compravendita di immobile, è necessario che l’atto venga sottoscritto in presenza di un notaio. Questa regola vale sia per una normale compravendita che per l’acquisto di una casa all’asta.
Generalmente il valore della parcella del notaio ammonta a circa all’1% del prezzo di acquisto della casa. Dal momento che, il valore economico degli immobili sottoposti ad asta giudiziale sono piuttosto bassi, rispetto ai reali valori di mercato, si evince che anche la parcella del notaio rappresenta un costo è esiguo.
Un altro aspetto che va considerato quando si decide di partecipare ad un’asta per la compravendita di un immobile riguarda i costi sospesi. Ci stiamo riferendo alla possibilità che ci siano delle spese, come ad esempio quelle di condominio, che non sono state regolarizzate dal precedente proprietario per un certo periodo di tempo.
Quando si verifica questa circostanza, il nuovo acquirente è tenuto a regolarizzare i pagamenti.
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