Non tutti forse sono a conoscenza del legame l’indice CFNAI e lo S&P 500 tramite questo aggregato si può facilmente anticipare la borsa USA.
L’indice di Attività Nazionale della Fed di Chicago (CFNAI) è un aggregato di 85 indicatori economici mensili, misura la crescita economica rispetto al trend storico. Questo, e forse non tutti lo sanno, è legato a filo doppio con lo S&P500 e può trasformarsi in uno strumento utile in mano agli investitori. Il CFNAI incrocia i dati su occupazione, produzione, consumi e vendite, fornendo un quadro olistico dell’economia statunitense e, oltre a essere seguito poco dai media, è particolarmente influenzato dalle fluttuazioni macroeconomiche.
In passato il CFNAI ha mostrato una correlazione elevata, seppur volatile, con la crescita degli utili delle società dell’S&P500. Basta pensare che l’anno scorso un valore negativo dell’indice – si è registrato un -0,15 a ottobre – ha anticipato un rallentamento delle previsioni di guadagno per il 2025, quando Wall Street predicava ottimismo. Un’attività economica debole, infatti, si riflette in ricavi e margini di profitto minori, pure se temporaneamente i mercati azionari divergono. Ma vediamo insieme come sfruttarlo al meglio.
Sfruttare l’indice CFNAI per anticipare la borsa USA: cosa c’è da sapere
Era ancora il 2024 quando gli avvertimenti su un eventuale ribilanciamento dei portafogli istituzionali ha coinciso con il deterioramento dei dati su occupazione e produzione che, ricordiamo, sono componenti cruciali per l’indice CFNAI. Da questo esempio di vita reale si evince come l’aggregato spesso preceda correzioni del mercato, soprattutto quando rimane in territorio negativo per più mesi. E non solo, perché riflette pure l’impatto della liquidità immessa dalla Fed, come successo durante la pandemia: l’indice salì spinto dagli stimoli monetari, nonostante un quadro economico debole nella realtà.
La fragilità strutturale segnalata oggi dal CFNAI, con la riduzione del bilancio della FED, potrebbe mettere a dura prova la resilienza dell’S&P500 – in particolare se dovessero palesarsi shock esterni. C’è da dire che l’indice manifesta la sua esattezza soprattutto per quanto riguarda settori ciclici, quali l’energia e i materiali. Non a caso è stato proprio un suo calo ad anticipare di sei-nove mesi l’underperformance di questi comparti rispetto allo S&P500 che, come i più sapranno, è tech-dominated.
Insomma, il CFNAI può rappresentare uno strumento utile per i trader – a volte passa in secondo piano e ci si concentra sull’inflazione o sui tassi d’interesse – visto che agisce come un “termometro macroeconomico”, perché svela discrepanze tra la narrativa dei mercati e la realtà sottostante.
Vengono captati segnali deboli ma sistemici, quali il rallentamento della produttività o l’accumulo di scorte, che vanno a erodere gli utili delle aziende ancor prima che vengano evidenziati nei rapporti trimestrali. Come successo con il calo dei nuovi ordini manifatturieri (una componente del CFNAI) che ha anticipato del trenta per cento le revisioni al ribasso delle stime EPS relative al 2025.