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Economia e Finanza

Risparmiare sulla bolletta si può con la classe energetica degli elettrodomestici:

Ecco la guida definitiva per capirequal è la classe energetica elettrodomestici e, dunque, quali sono quelli che fanno risparmiare sui consumi.

Quando si acquista un nuovo elettrodomestico è possibile notare che questi sono caratterizzati da un’etichetta in cui sono indicati i consumi energetici. Gli elettrodomestici di nuova generazione hanno la capacità di essere molto più efficienti consumando meno. In questo modo, è possibile ottenere un importante risparmio sui consumi di corrente elettrica e, al contempo, adottare un comportamento green.

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Grazie agli incentivi e ai bonus proposti dal Governo, acquistare un elettrodomestico non è più così costoso come una volta.

Di fatto, sono stati stanziate numerose risorse economiche in favore dell’acquisto di elettrodomestici che producono un risparmio energetico importante.

Oggi scopriremo come fare a capire qual è la classe energetica più conveniente e scopriremo qual è la differenza rispetto al consumo energetico dell’elettrodomestico.

Classe energetica elettrodomestici: facciamo chiarezza

Quando si parla di classe energetica elettrodomestici si fa riferimento ad una scala di valori di efficienza che viene principalmente utilizzata per i macchinari ad uso casalingo.

Si tratta perlopiù di classi di efficienza energetica, che devono essere assegnate agli apparecchi secondo quanto stabilito dalle normative europee obbligatorie. Pertanto rientrano in questa famiglia di strumenti alimentati a corrente elettrica quali:

  • I frigoriferi;
  • I congelatori;
  • Le lampadine;
  • Le lavatrici;
  • I forni elettrici e a gas;
  • Le lavastoviglie;
  • Le asciugatrici;
  • I bollitori elettrici o a gas;
  • Le lavatrici;
  • I televisori;
  • I condizionatori;
  • Le cappe aspiranti;
  • I climatizzatori.

Secondo quanto stabilito dalle normative europee, i suddetti prodotti, per poter essere venduti nei paesi della UE, devono essere dotati di un’etichetta. Questa deve essere esposta sull’elettrodomestico e deve contenere i dati identificativi del produttore e del modello, ma soprattutto la classe energetica di appartenenza il consumo elettrico annuo espresso in kilowattora.

L’etichetta ha lo scopo di indicare le classi energetiche di appartenenza e di invogliare il cliente ad acquistare un apparecchio, che sia in grado di offrire un ottimo livello di efficienza, con bassi consumi energetici.

Queste caratteristiche producono un importante vantaggio per l’ambiente che riguarda sia la riduzione del fabbisogno energetico che la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica. Ma per il consumatore, il vantaggio più importante riguarda il minor costo relativo al consumo di energia elettrica.

Anche i produttori traggono vantaggio dall’etichettatura e riguarda una maggiore visibilità e vendibilità dei modelli avanzati.

Tuttavia, è importante tenere distinti i due concetti di classe energetica e consumo elettrico. Questi due, infatti, non vanno necessariamente di pari passo, in quanto la classe indica efficienza dell’apparecchio a prescindere dalle sue dimensioni. Tuttavia, gli elettrodomestici particolarmente grandi (es. televisori e lavatrici), pur avendo una classe di efficienza vantaggiosa, sono caratterizzati da consumi energetici elevati.

Come funziona l’etichetta

Ci sono alcune categorie di elettrodomestici, per i quali non è previsto l’obbligo normativo di esporre l’etichetta relativa alla classe energetica e a consumo elettrico. Ci stiamo riferendo a piccoli apparecchi come:

  • Le stufe elettriche
  • I forni a microonde
  • Le bistecchiere e i barbecue elettrici
  • I deumidificatori
  • I tostapane.

I motivi per i quali alcuni elettrodomestici non hanno l’obbligo di esporre l’etichettatura relativa al consumo energetico è dovuto al fatto che la loro incidenza sui consumi complessivi di un’abitazione è decisamente bassa e, dunque, trascurabile.

In altri casi, invece, i prodotti non sono soggetti ad etichetta del consumo elettrico, perché le differenze tra i vari modelli presenti in commercio sono davvero minime e dunque non categorizzate.

L’etichetta energetica prevista dalle normative europee presenta le diverse classi energetiche possibili. Sull’etichetta è rappresentata una scala composta da segmenti di 7 colori diversi, che partono dal verde (migliore in assoluto) e arrivano al rosso, che indica una minore efficienza.

Ad ogni segmento è associata una lettera che rappresenta la classe energetica.

La classe energetica di un elettrodomestico viene assegnata dopo aver effettuato test controllati. Riguarda il consumo in kilowattora e questo dipende sia dall’efficienza sia dalle dimensioni dell’apparecchio.

In effetti, due lavatrici che hanno lo stesso consumo assoluto al lavaggio, ma una capacità di carico differente (es. 5 kg e 10kg) non potranno mai avere la stessa efficienza energetica. In questi casi, si può registrare addirittura una differenza di due classi energetiche.

Spesso i consumatori osservano solo la classe energetica commettendo importante errore che parte dalla convinzione che una classe energetica alta sia sempre sinonimo di minori consumi. Purtroppo, non è così e questo fenomeno è attualmente oggetto di uno studio conosciuto con il nome di “energy efficiency fallacy”.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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