Chiamare “vecchia” una signora anziana diventa reato: soldi subito, come chiederli al giudice “vacanze a spese di mio genero”

Chiamare “vecchia” una signora anziana può configurare un reato: quali sono i dettagli da conoscere, se ci si trova in una situazione del genere. 

Fin da quando siamo più piccoli, ci viene insegnato di portare rispetto agli anziani, e comunque a coloro che sono più grandi di noi.

donna anziana triste
Chiamare “vecchia” una signora anziana diventa reato: soldi subito, come chiedere al giudice nel mese -trading.it

Oltre a essere una questione di educazione e rispetto, bisogna pensare che se si tratta male una persona anziana, questa potrebbe anche avere un malore. È sempre bene parlare con toni pacati, e con la massima gentilezza, in modo da non creare problemi di vario genere.

Forse non tutti lo sanno, ma ci sono dei contesti in cui dare della “vecchia” a una donna anziana può essere considerato un reato a tutti gli effetti. Questo, ovviamente, in una serie di contesti che andremo a esplicare meglio, all’interno di questo articolo.

Chiamare “vecchia” un’anziana: perché potrebbe essere reato

Quando si ha un diverbio con una persona anziana, darle della “vecchia” potrebbe essere reato, in uno dei seguenti casi.

Giudice legge carte
Chiamare “vecchia” un’anziana: perché potrebbe essere reato-trading.it

Usare il termine “vecchia” potrebbe essere considerato offesa o denigrazione, se la persona che li perpetra, aggiunge anche altre offese, dette sempre con intento dispregiativo. In quel caso, potrebbe anche essere che il giudice lo ritenga ingiuria o diffamazione, in base a quanto sia pesante l’insulto e il contesto in cui occorre.

Se, ad esempio, si dà della “vecchia” a una persona, a lavoro o in una situazione in cui questo termine possa risultare discriminante, potrebbe, appunto, configurarsi il reato di discriminazione. La persona che subisce l’offesa, potrebbe rivolgersi alla legge per avere un risarcimento.

In determinati casi, chiamare una persona “vecchia” può essere ritenuto atteggiamento molesto, se lo si ripete più volte nel tempo, o magari se la persona che lo subisce è fragile. Anche lì, potrebbe essere reato di procurato allarme.

Naturalmente, è il giudice a stabilire il tipo di reato che si configura, in base ai vari contesti e soprattutto all’effettiva sussistenza del reato.

Una sentenza passata ha visto un giovane condannato per aver offeso un anziano e i giudici hanno spiegato che indirizzare parole dispregiativi nei confronti di anziani, è passibile di condanna. Nei casi in cui avvenga un furto oppure un crimine, l’età avanzata della persona, diventa una ulteriore aggravante, nell’ottica del verdetto.

Dunque, la legge italiana riconosce e punisce insulti agli anziani, sia per via del gesto offensivo, sia per l’età dell’anziano/a che non è altri che un’aggravante della posizione di chi insulta.

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