Vediamo cos’è la cessione per usufrutto, quali sono le procedure per ottenerla e quali sono le spese necessarie.
L’usufrutto è un diritto reale su un bene mobile o immobile che dà a una persona il diritto di godere di un bene altrui. L’acquisto dell’usufrutto avviene con un contratto che prevede dei termini, finiti i quali la persona che ha permesso l’uso dei beni ne torna piena proprietaria.
Durante l’esistenza del contratto di usufrutto chi ha in uso il bene, come una casa, può abitarvi ed anche darlo in locazione ricevendone un canone ma il titolare della nuda proprietà rimane il proprietario.
Si può ottenere l’usufrutto in tre diversi modi stabiliti dalla normativa. Esso si può costituire per legge, di cui l’esempio più calzante è quello legale dei genitori sui beni che i figli minorenni ereditano da un parente, così come previsto dall’art 324 del Codice Civile. C’è poi l’usufrutto per successione, nel quale il proprietario di un bene lo lascia in usufrutto ad una persona alla sua morte per via testamentaria. Ed infine la cessione per usufrutto: è un contratto che ha valore legale solo se viene redatto in forma scritta attraverso il quale il proprietario di un bene cede, dietro il pagamento di un prezzo o a titolo gratuito (ad esempio la donazione), il diritto all’usufrutto in favore di un altro soggetto.
Il proprietario rimane nudo proprietario del bene e l’acquirente diventa l’usufruttuario. Il contratto può avere una scadenza stabilita in fase di stipula o durare per l’intera vita dell’usufruttuario. L’acquirente può a sua volta cedere il bene ad un’altra persona ma solo previa comunicazione al proprietario mentre non può lasciarlo ad un altro soggetto dopo la sua morte. Questo è quanto previsto dall’art 979 del c.c. che estingue con la morte dell’usufruttuario l’usufrutto stesso.
La cessione del diritto di usufrutto in taluni casi è a titolo oneroso per cui prevede il pagamento di un costo, ovvero il versamento di un prezzo al proprietario. E accanto a questo c’è anche il pagamento delle imposte. Nel caso in cui l’acquirente non possiede altri immobili nel Comune dove c’è l’edificio che riceve in usufrutto o non ha altri immobili sul territorio italiano comprati con agevolazioni fiscali potrà ottenere un vantaggio, pagando per l’acquisto della prima casa l’imposta di registro al 2%.
L’immobile acquistato con l’usufrutto però è sottoposto all’applicazione di un determinato coefficiente che serve per calcolare il valore del diritto rapportato all’età dell’usufruttuario. Ogni anno il Ministero dell’Economia e delle Finanze aggiorna questi dati che si possono reperire nelle apposite tabelle consultabili online. Il diritto di usufrutto ha un valore che cambia in base all’età e all’aspettativa di vita del soggetto. Più sale l’età anagrafica più scende e a cambiare sarà anche l’imposizione fiscale.
Tra i costi da sostenere ci sono anche quelli delle pratiche notarili necessarie per il rogito. Procedendo con un atto pubblico o la scrittura privata autenticata dal notaio l’immobile sarà visibile nei registri immobiliari e soprattutto l’acquisto sarà opponibile verso terzi. La procedura non è obbligatoria per legge tranne che nel caso della donazione ma in genere le parti procedono in tal senso per maggiore sicurezza.
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