La cessione del credito d’imposta da superbonus edilizio può essere ceduto anche ad un parente? Facciamo chiarezza.
Quando il contribuente decide di effettuare dei lavori di ristrutturazione edilizia usufruendo del superbonus 110% o di altre agevolazioni come il bonus facciate.
Sono tre le opzioni a disposizione:
- Pagare i lavori e ottenere l’agevolazione sotto forma di detrazione che andrà a diminuire l’imponibile in fase di dichiarazione dei redditi;
- Cedere il credito d’imposta ad una terza parte;
- Chiedere all’impresa lo sconto in fattura in modo da monetizzare direttamente l’agevolazione.
La domanda a cui vogliamo dare risposta con questo articolo riguarda la seconda opzione, ovvero la cessione del credito ad una terza parte. Questa in genere può essere una banca o un intermediario finanziario regolarmente iscritti all’albo tenuto dalla Banca d’Italia.
Ma se invece decidessimo di cedere il credito ad un privato? È possibile farlo? La risposta è affermativa e lo si può fare anche nei confronti di parenti.
Cessione del credito ad un parente: ecco come utilizzarlo
La cessione del credito d’imposta da superbonus può essere effettuata anche nei confronti di privati che non hanno nulla a che vedere con la detrazione. Non ci sono limiti di parentela, quindi anche un parente che sia alla vicina o alla lontana può accettare di ottenere il credito da colui che ha effettuato i lavori.
Una volta ottenuto il credito come può utilizzarlo il privato? Semplicemente portandolo in compensazione per pagare imposte e contributi. Significa usare tale credito per pagare altre imposte dovute al Fisco. Queste potranno essere:
- imposte sui redditi;
- imposte sostitutive (ad esempio quelle che pagano i forfettari);
- Iva;
- Irap;
- contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa;
- contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori dei lavori;
- premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
- tasse sulle concessioni governative;
- tasse scolastiche.
Il credito va usato con le medesime regole che valevano per colui che lo ha ceduto e quindi ripartito in quote annuali e non potrà essere richiesto al Fisco il rimborso della parte di quota annuale non utilizzata. Queste sono le uniche regole da rispettare: ripartizione e attenzione a quali debiti con il Fisco possono essere saldati con il credito.