Il governo cambia ancora rotta e rivede le regole sulla cessione bonus edilizi, Poste Italiane e Cdp sono pronte a riattivare le piattaforme.
Il governo fa marcia indietro ed è pronta ad attivare la correzione sulla cessione del credito bonus edilizi, confermata la scorsa settimana nel decreto Milleproroghe.
Le correzioni arriveranno tramite un emendamento al decreto legge Milleproroghe. In questo modo potranno entrare in vigore entro i 28 febbraio. Resta ancora qualche giorno per mettere a punto la nuova formula e condividerla con le forze politiche in Parlamento. Il ministro per l’Economia, Daniele Franco, ha spiegato gli aspetti sui quali l’esecutivo sta lavorando. In effetti, si prevede un tetto per le cessione multiple dei crediti fiscali, forse si potranno effettuare massimo tre cessioni. Inoltre, potranno essere effettuate solo da soggetti vigilati, dunque, obbligati alle segnalazioni antiriciclaggio.
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Un’altra novità potrebbe riguardare il tracciamento le movimentazione dei crediti fiscali attribuendo un codice ad ogni singola operazione. Anche se tutti questi interventi non serviranno da soli a bloccare la fitta rete di frodi innescata sui bonus edilizi. Il premier Draghi, ha annunciato che il vero intoppo, è rappresentato dai sequestri dei crediti fiscali. Sono tanti i nodi da sciogliere che richiedono più tempo anche considerando le certezze da dare agli operatori in merito ai sequestri.
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Bisogna chiarire se il credito resta esigibile nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, anche se è oggetto di frode. O almeno, secondo i casi, in tutto o in parte, e se di conseguenza deve essere sottoposto a svalutazione.
Deve essere specificato che il credito non si perde se non è incassato entro l’anno di competenza. Inoltre, necessitano chiarimenti se il credito potrà essere spalmato su cinque anni, recuperando eventuali annualità sospese dal sequestro. Infine, se la magistratura accertasse la responsabilità dell’operatore che non ha eseguito i controlli, lo Stato può rivalersi sul contribuente?
Resta ancora critica la questione delle truffe costruite sui crediti fiscali inesistenti, anche qui necessitano dei chiarimenti su chi dovrà pagare: lo Stato o la perdita sarà condivisa con chi ha subito la truffa?
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha ribadito che circa un miliardo sui 2,3 miliardi sequestrati è già stato incassato. Lo Stato ha cinque anni di tempo per rivalersi sui soggetti che hanno innescato la truffa, sempre che siano ancora rintracciabili o capienti.
I problemi sono tanti, ma il governo ha chiarito la volontà di rimettere in sesto il mercato. Dietro tale volontà, Poste Italiane e Cdp, hanno annunciato che riattiveranno le piattaforme per l’acquisto dei crediti fiscali, appena le nuove norme saranno in vigore e daranno certezze su tutti gli aspetti fiscali legati ai bonus edilizi.
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