Altolà, arriva la sentenza che fa spendere meno in affitto: non è una fake news, ma significa conoscere come far valere i propri diritti!
Pagare meno l’affitto? È un sogno o si è desti? La sentenza che consente di spendere molto meno è già una notizia diffusa. Ma come si può raggiungere questo formidabile risultato? Al giorno d’oggi il livello dei prezzi ha subito un rincaro senza precedenti, anche laddove si tratta di “spese fisse”. Per quanto il canone di locazione mensile sia “bene o male” sempre lo stesso, negli ultimi tempi anche in questo settore ci sono state delle modifiche che non hanno fatto piacere ai contribuenti. C’è una soluzione, ma bisogna attuarla in maniera opportuna e analizzando un caso specifico.
È una sentenza a poter fornire un quadro specifico della situazione, e proprio per questo bisogna approfondirla a dovere. Spendere meno in affitto è sicuramente un vantaggio per i contribuenti, ma la prima cosa da evidenziare è che non si tratta di una mossa da attuare a prescindere. Infatti, studiare un caso concreto, serve per comprendere qual è la situazione in cui si può ottenere questo risultato. Anche perché si tratta di far venire meno le angherie e prepotenze di locatori poco disponibili.
A fornire la base legislativa adatta è lo stesso codice civile, il quale si presta ad essere con gli articoli presi in considerazione, la più efficace arma in tutela del conduttore. Quest’ultimo ha i suoi doveri, ma anche i suoi diritti. Proprio per questo non deve farli venire meno laddove può lottare per conquistare una condizione migliore.
Pagare l’affitto è un dovere, poiché si usufruisce di un bene di cui non si ha proprietà, ma è pur sempre la propria casa. Che i costi siano aumentati anche in questo contesto, è vero, ma questo non vuol dire che per una crescita del canone in relazione all’inflazione, ci si debba astenere dal pagamento. Non si sta trattando questo caso, ma uno molto più grave. Se si vive una situazione del genere, allora occorre prendere il codice civile in mano e presentare le proprie ragioni, perché sì, si può pagare meno… o non farlo affatto!
Può succedere che il locatore non si comporti proprio bene con il conduttore. Si sta parlando del proprietario di casa e del suo inquilino che vive in affitto. Ci sono casi in cui l’abitazione, potrebbe avere delle condizioni che non attengono ad una “soddisfacente vivibilità”. Quindi, ci sono delle carenze che creano fastidi a chi ci vive. È la sentenza del Tribunale civile di Potenza a delineare il caso e ad adottarne la risoluzione.
Ovviamente, se si tratta di attività di manutenzione di poco conto e di natura ordinaria, è lo stesso inquilino a farvi fronte. Ma se si è davanti a casi di natura “extra-ordinaria” e che determinano cambiamenti importanti all’interno della casa, ecco che è il proprietario a dover risolvere la situazione.
Se quest’ultimo adempie, e si comporta nella maniera più consona, cioè ripristinando i guai senza gravare sull’inquilino, non c’è ragione di pagare meno, o non pagare l’affitto. Stessa cosa se le problematiche non sono causa di una diminuzione del godimento nel bene. Ma la riduzione o il mancato pagamento è un diritto ed è garantito nel caso in cui viene del tutto meno la controprestazione da parte del locatore, e se non c’è la possibilità di usufruire dignitosamente dell’abitazione.
In sostanza, è l’articolo n. 1460 del codice civile a definire ciò. Una situazione che determina la completa inutilizzabilità dell’immobile. La sentenza afferma che la riduzione o eliminazione totale del canone non è sempre uguale. Questa va proporzionata alle mancanze di agibilità e agli inadempimenti del proprietario.
Infine, a titolo di responsabilità contrattuale, il conduttore ha diritto ad un risarcimento laddove il godimento del bene è venuto meno a causa di eventi extra rispetto alle previsioni sottoscritte nel contratto di locazione.
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