L’intelligenza artificiale cresce in borsa: gli scenari che si aprono sul futuro più prossimo presentano un rischio
Dal numero di volte in cui in una sola settimana sentiamo nominare l’intelligenza artificiale, sul web, sui social e nella vita quotidiana, è facile comprendere quanto sia esplosa anche in borsa. L’AI è diventata lo shock sconvolgente per una società accelerata come la nostra che non riusciva più a vedere con stupore le piccole innovazioni tecnologiche che spuntano fuori di anno in anno: siamo talmente assuefatti che diamo tutto per scontato.
I chatbot sono invece esplosi svegliando tutti dal sogno soporifero degli smartphone, dei social e delle cucine smart. Siamo ormai tutti coscienti che l’intelligenza artificiale sia una nuova presenza ingombrante che prenderà sempre più spazio nella nostra realtà, con tutti i pro e i contro di cui continuano a discutere sociologi, analisti ed esperti di informatica. L’economia anche sente il peso di questa enorme bolla che si è creata intorno alla vendita delle azioni Nvidia.
Coloro che avevano investito a mala pena 1000 dollari di azioni, in cinque anni sono arrivati a maturare ben 135mila dollari. Chiunque si fosse trovato in questa situazione avrebbe venduto le azioni per ottenere l’enorme guadagno. In borsa un fenomeno simile si è avuto con la crisi dei subprime del 2008 in America che ha portato al crollo di Wall Street. La storia insegna e preoccupa gli analisti, e se l’AI stia virando verso la stessa direzione?
L’AI, bolla speculativa in borsa: il rischio illustrato dagli analisti
Dai picchi di agosto, il titolo ha perso in borsa il 21,3% in appena due settimane. Un tonfo con una perdita dal valore di 675 miliardi di dollari. Considerando che Nvidia è stata per poco la società più capitalizzata al mondo, sorpassando anche Microsoft, gli economisti si chiedono se questo non sia il preambolo al tanto temuto scoppio della bolla. Non si sa quanto l’Intelligenza Artificiale possa essere un business profittevole.
La posizione sul podio l’ha ottenuta praticamente vendendo chip a clienti che però non si sono mostrati (almeno fino ad oggi) in grado di creare guadagno su essi. Da qui quindi il rischio di una bolla finanziaria. Nvidia produce i chip per le società che offrono servizi come ChatGPT ed è così che ha scalato la vetta, non per la sua presenza nel mondo del gaming.
Ovviamente c’è da sottolineare anche che al momento Nvidia rimane un’azienda solida e ben radicata nel settore, gli analisti si sentono in dovere di allarmare sui possibili scenari futuri, un rischio teorico considerando il fatto che una situazione simile si è già vissuta.