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Caso Mediaset Premium, la sentenza impone una multa poco salata

La querelle Mediaset-Vivendi per l’acquisto della piattaforma Premium arriva alla sentenza giudiziaria. Multa salata per i francesi.

Premium – Mediaset e Vivendi (Google Immagini)

Il contenzioso, ennesima tappa nell’ambito delle contraddizioni della via francigena agli investimenti, tra l’italiana Mediaset e la francese Vivendi è arrivato a sentenza. C’è una multa e il riconoscimento dell’inadempimento, ma per l’azienda fondata da Silvio Berlusconi il risultato è deludente.

Non è stata la prima volta: due sentenze su tre sono, finora, state favorevoli a Vivendi. La società francese delle telecomunicazioni è tenuta a risarcire 1,7 milioni di euro a Mediaset e RTI per non essersi attenuta agli obblighi preliminari e prodromici relativi all’acquisto di Premium, la nota piattaforma televisiva italiana sul modello Pay TV, chiusa nel 2019.

Tuttavia, secondo i giudici del Tribunale di Milano, Vivendi non può essere accusata di aver fatto concorrenza sleale.

La sentenza su Mediaset Premium è arrivata, ma la partita non finisce qui

Il Tribunale civile di Milano ha emesso la “sentenza Premium” respingendo sostanzialmente la principale accusa del gruppo Fininvest. Mediaset non sarebbe stata raggirata illecitamente, in violazione del contratto stipulato.

Il Biscione aveva chiesto 3 miliardi, dunque la multa di 1,7 milioni rappresenta un evidente ridimensionamento rispetto alle richieste iniziali. Queste ultime prevedevano anche un risarcimento per danno di immagine per il repentino ritiro dei francesi dall’alleanza strategica e dalla partecipazione azionaria nel capitale di Premium. La decisione di non onorare il contratto per difformità nell’analisi dei risultati di Premium non sarebbe illegittima.

Si tratta della conclusione del primo round di un’annosa partita che dura da oltre cinque anni. Il Gruppo italiano si dice pronto a fare appello per quanto riguarda la cifra del risarcimento.

LEGGI ANCHE >>> Juventus, già finito l’effetto Superlega? Arriva il crollo

La partita resta invece apertissima sul piano penale. Per la società del finanziere Vincent Bolloré le ipotesi di reato si riferiscono alla manipolazione del mercato e all’interposto ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.

Quella di Vivendi era una scalata ostile al gruppo Mediaset condotta con accorta spregiudicatezza? Bisognerà attendere ancora per accertarlo.

Luigi Iannone

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