Gli strumenti che la legge prevede per evitare il pignoramento della casa da parte dei creditori.
La casa è un bene di prima necessità e accade in diversi casi che possa rischiare il pignoramento, anche se appunto è il luogo in cui una persona vive con i propri familiari.
Alcuni beni sono sottoposti a tutela, come ad esempio il conto corrente, lo stipendio o la pensione ma per la prima casa occorre fare delle distinzioni, approfondimenti sull’argomento che faremo in questo articolo. Perché se è vero che ci sono molti modi per evitare che la casa diventi pignorabile, come l’intestazione ai figli o ad altri familiari è altrettanto vero che in alcuni casi può diventare oggetto di pignoramento. Scopriamo come proteggere l’abitazione da questo pericolo e tutti i modi per renderla impignorabile.
Anche se la prima casa è quella in cui vive una famiglia, con bambini, anziani o portatori di handicap, i creditori possono pignorarla. Non può essere sottoposta a pignoramento soltanto se il creditore è un ente statale per la riscossione esattoriale vale a dire l’Agenzia delle Entrate per le imposte statali o l’Agente Riscossione regionale, provinciale o comunale per le imposte locali.
La casa non rischia il pignoramento da parte dell’esattore in alcuni casi precisi, nello specifico quando:
Il Fisco, a fronte di cartelle esattoriali non pagate e se non sussiste anche uno soltanto dei requisiti sopracitati o il debitore ha la proprietà anche di altri immobili, può pignorare la casa ma devono sussistere tre condizioni: il debito accumulato deve essere superiore a 120 mila euro; la somma degli immobili di proprietà deve avere un valore superiore ai 120 mila euro; almeno sei mesi prima sia stata iscritta un’ipoteca sulla casa e prima il debitore abbia ricevuto il preavviso dell’ipoteca.
Tenendo conto di tali fattori il debitore può ridurre la sua esposizione al debito per evitare il pignoramento della casa. Significa versare all’esattore una cifra che gli consenta di scendere al di sotto dei 120 mila euro: ad esempio se ha un debito di 140 mila euro è sufficiente che provveda al versamento di 21 mila euro per non vedersi pignorata l’abitazione.
Un altro modo per evitare che la propria casa vada all’asta a causa di debiti non versati è di metterla nel fondo patrimoniale. In realtà questo sistema non assicura l’immediata soluzione del problema. Questo perché il fondo non tutela per i debiti riguardanti l’attività lavorativa, le spese per la famiglia e la casa o l’assistenza sanitaria ma solo da quelli di natura voluttuaria o speculativa come ad esempio quelli contratti per un investimento o per l’acquisto di beni diversi. Anche i debiti in corso riguardanti il mancato versamento delle tasse sui redditi rendono la casa pignorabile per cui mettendola nel fondo patrimoniale se non si è versato Irpef o Iva è ad alto rischio di pignoramento.
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di inserire la casa in un trust che, come il fondo patrimoniale serve a proteggere l’immobile dal pignoramento. C’è però come per il fondo un problema legato alla revoca: può infatti essere revocato entro 5 anni dal momento in cui viene costituito se il creditore riesce a provare che il debitore non ha più beni.
Tra i metodi da sempre in uso per evitare che la casa venga pignorata c’è quello di intestarla ad un’altra persona attraverso la donazione. Per essere valida occorre presentarsi da un notaio con due testimoni ma questo non esclude una possibile revoca, in particolare nel primo anno in cui viene registrata nei registri immobiliari. Questo si verifica quando il creditore nello stesso periodo di tempo ha trascritto il pignoramento per cui il bene in oggetto può essere pignorato anche al nuovo intestatario.
La donazione può venire revocata anche quando il creditore agisce dopo il primo anno ma entro i 5 anni: in questo caso egli deve dimostrare che quando il debitore ha ceduto il bene non aveva altri redditi o beni pignorabili. Pertanto l‘impignorabilità della donazione è certa dopo 5 anni dalla sua trascrizione.
Discorso ancora diverso se il debito è nei confronti del Fisco ed in particolare se esso per Iva e Irpef ammonta ad una cifra superiore ai 50 mila euro. In questo caso non solo scattano la revoca della donazione e il pignoramento ma si incorre anche in un reato per cui si prospetta anche un’incriminazione penale.
Il vincolo di destinazione si manifesta quando si destina la casa ad un fine che ha scopo di tutela come quella di proteggere un figlio disabile. In questo modo la casa è impignorabile ma sussiste la regola dei 5 anni anche qui: i creditori possono infatti chiedere la revoca qualora dimostrino che il debitore non ha altri beni per saldare il suo debito.
Infine un altro stratagemma per non vedere all’asta giudiziaria l’immobile è quello di simulare una separazione fra coniugi, non arrivando al divorzio. Trasferendo il bene ad altra persona non si incorre nel pignoramento da parte dei creditori. Tuttavia se questi ultimi dimostrano la simulazione nel caso che provino che i coniugi continuano a vivere insieme possono procedere con il pignoramento. Essi hanno anche lo strumento dell’azione revocatoria che può essere utilizzato entro 5 anni.
La pensione potrebbe corrispondere alla metà dell'ultimo compenso percepito. Di cosa bisogna essere al corrente…
Nel 2025 arriverà il tanto atteso bonus badanti. Gli importi sono interessanti, ma i requisiti…
Tramite una circolare pubblicata da poche ore, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sul Bonus Natale…
In arrivo due piccoli aiuti, ma comunque significativi. Ecco chi potrà usufruire del Bonus bebè…
Perché gli ETF piacciono agli investitori di Titoli di Stato e perché sono così ‘comodi’…
L’INPS chiarisce una volta per tutte la questione riguardante l’indennità di accompagnamento e il ricovero…