Casa in affitto: l’inquilino ha diritto a ricevere il rimborso di alcune mensilità pagate

Esercitare il diritto sacrosanto del rimborso nella casa in affitto, è una condizione garantita per l’inquilino. Di quali casi si tratta?

Se si è un inquilino di norma, non si potrebbe vantare “alcun diritto” su una casa che non è di proprietà. Il punto è che questa informazione non è del tutto corretta, anzi è per lo più errata se si tiene in considerazione il rimborso di alcune mensilità pagate. Sembra assurdo, ma la normativa disciplina pienamente la questione che più che altro, è poco nota a chi intercorre un contratto di locazione. Conoscere per tutelare ambe le parti in gioco è il minimo, anche per evitare delle incomprensioni pericolose. Casa in affitto? Non è vero che non si ha diritto a nulla, perché c’è il caso del rimborso che fa rallegrare gli inquilini.

Quando l'inquilino ottiene il rimborso nella casa in affitto
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A delineare prontamente la questione è la Suprema Corte di Cassazione, la quale si occupa di esplicare in relazione ai casi concreti la risoluzione della conflittualità che potrebbe intercorrere tra locatario ed inquilino, i due attori sociali in relazione nel contratto di locazione della casa in affitto. Quest’ultimo ha pieno diritto a richiedere il rimborso delle spese pagate per l’affitto mensile, ma a certe condizioni. Infatti, è bene non solo analizzare gli eventi che possono comunemente verificarsi, ma anche come muoversi poiché nel caso della prescrizione non entra in gioco il giudice, ma bisogna agire in giudizio.

Cosa significa? Soprattutto qual è la modalità corretta di azione? Seguendo passo passo ogni singolo aspetto, è possibile non solo avere la garanzia del suddetto diritto, ma anche consolidare un’entrata senza precedenti. Di seguito si esplica cosa non può assolutamente mancare, infatti è un elemento a fare la differenza e a garantire il rimborso all’inquilino.

Se l’inquilino prende casa in affitto può ottenere il rimborso, è garantito!

Come già accennato, è la Suprema Corte di Cassazione a pronunciarsi mediante l’ordinanza n. 9.937, la quale risale al 13 aprile 2023, e che in virtù della sua “giovinezza” non è molto nota ai cittadini. La normativa presenta l’assetto a cui ogni inquilino deve far riferimento se vuol il rimborso per l’affitto della casa. Ritorna la questione della prescrizione, e le situazioni nelle quali può ritrovarsi il conduttore. Analizzato caso per caso, si capisce come ripristinare la propria condizione, solo in apparenza, di svantaggio rispetto il locatore.

Quale inquilino ottiene i rimborso nella casa in affitto
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Se il conduttore nell’arco di tempo di 6 mesi al termine della consegna dall’abitazione in cui è in affitto, versa dei soldi che eccedono il canone che figura nel contratto di locazione scritto e registrato, vanta questo diritto. Dal momento in cui si ritrova in questa situazione, non gli può essere rifiutata dal locatore nessuna eccezione dei termini di prescrizione. Quindi, può recuperare l’importo verso in più, in relazione a quanto proviene dal contratto. Con prescrizione si intende appunto il periodo definito per legge, entro cui il cittadino può agire per far valere il proprio diritto.

E se fa questo oltre i 6 mesi di riferimento, ecco che il locatore può rifiutarsi di apporre qualsiasi eccezione rispetto i termini stabiliti dalla normativa. La prescrizione dei crediti per la restituzione di somme pagate in più, è decennale. Come già accennato, dato che la prescrizione non può essere rilevata d’ufficio dall’autorità competente, il giudice, allora è meglio agire in giudizio. Significa che quando le richieste bonarie falliscono, serve chiedere la totalità della somma versata in più, essendo dovere oneroso del debitore il compito di saldare quanto deve dare. Va bene se inizialmente si salda anche solo una parte.

Ed è qui che si spera che il rapporto si risolva facilmente. Perché laddove non sussista questa situazione, ecco che l’inquilino deve presentare la già suggerita prova che attesti la condizione di pagamento in eccesso. Documentazioni di pagamenti debitamente registrati, insieme alla presentazione del canone nel contratto d’affitto scritto e registrato, sono delle garanzie per chi è in affitto, proprio in relazione a queste possibili azioni di abuso da parte del locatario.

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