Cartelle non pagate: ecco le 3 alternative, convenienza molto differenziata

Sono ancora troppe le cartelle esattoriali non pagate in Italia e lo Stato vorrebbe recuperarle tutte: ecco cosa potrebbe succedere.

Lo Stato usa tutti gli strumenti possibili e i professionisti del settore per cercare di rientrate di milioni di cartelle esattoriali mai pagate. Esclusa (o quasi) la rottamazione quinquies, cercano ora l’aiuto dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB).

marito e moglie con documento in mano preoccupati
Cartelle non pagate: ecco le 3 alternative, convenienza molto differenziata – trading.it

L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) è un organismo indipendente costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee. Contribuisce ad assicurare la trasparenza e l’affidabilità dei conti pubblici, al servizio del Parlamento e dei cittadini. L’ufficio ha lanciato alcune idee per riscattare le cartelle esattoriali inevase senza ricorrere per forza ad una nuova rottamazione (sarebbe la quinta).

L’UPB vuole riempire le casse dello Stato e cercare con tutti i suoi strumenti possibili di arginare l’evasione fiscale, ancora troppo alta in Italia nonostante qualche passo in avanti.

Lo Stato vuole recuperare tutte le cartelle esattoriali non pagate: la strategia

In Italia i debiti non riscossi dal Fisco sono ancora altissimi e non parliamo di milioni di euro ma di miliardi. Lo Stato sta cercando da anni di arginare questo fenomeno drammatico, soprattutto tramite rottamazioni delle cartelle che prevedono di recuperare almeno una parte dei crediti, anche ratealmente. Ma evidentemente i passi avanti fatti in questi anni non sono ancora sufficienti e c’è bisogno di nuove idee.

uomo con penna e calcolatrice di fronte a documenti fiscali
Lo Stato vuole recuperare tutte le cartelle esattoriali non pagate: la strategia – trading.it

A fine novembre 2024, l’importo dei crediti affidati all’agente della riscossione ha superato i 1.865 miliardi, con un aumento del 36,5% rispetto alla fine del 2019, mentre il riscosso si attesta a circa 178 miliardi (appena il 9,5%del totale), quindi vuol dire che gli strumenti di recupero non sono ancora perfetti, e nemmeno si avvicinano ad esserlo. La stessa UPB ha sottolineato come sia semplice recuperare le somme al di sotto dei 1.000 euro, ma come muoversi contro i grandi evasori?

Secondo l’Ufficio parlamentare per una riduzione vera dei debiti fiscali, è necessario un intervento organico di riforma che potrebbe basarsi su tre misure principali:

  • la definizione di un apposito piano di recupero crediti tramite i soggetti privati, in modo da rendere più ‘forte’ l’esigibilità dei debiti, concentrandosi prima sulle cartelle sulle quali è più alta la probabilità di incasso;
  • saldo e stralcio delle cartelle di importo più basso, considerando che quasi il 77% delle cartelle emesse interessa debiti di importo entro 1.000 euro e il 94% entro i 5.000 euro;
  • rendere più stringenti e rapidi i pignoramenti, soprattutto per le seconde case.

Sempre secondo l’UPB, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe sfruttare al meglio il potenziale informativo a disposizione, garantendo la sinergia tra le banche dati.

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