Cartelle fiscali, questa regola porta un cambiamento molto significativo in quest’ambito: di cosa si tratta, nello specifico.
I debiti sono una vera e propria spada di Damocle su chi li contrae. Più il loro importo è elevato, e più creano problemi. Nella vita, le cose non vanno sempre come auspicato, e può succedere che, a un certo punto, si abbia un crollo finanziario.

Quando questo accade, purtroppo, si possono creare dei debiti dovuti alla mancanza di denaro, dovuta, a sua volta, alla mancanza di lavoro. Ovviamente, ci sono anche casi di chi non vuole pagare, ma la gran parte sono dovuti a una situazione economica sfavorevole per mancanza di un impiego o di un impiego adeguato, che consenta di pagare i debiti.
Oppure, di altre situazioni familiari, personali ecc. Al di là dei motivi per cui si fatica o non si paga affatto un debito, è bene capire quali soluzioni sono possibili. Questo, per non incorrere in problematiche serie come pignoramenti o fermi amministrativi, che potrebbero complicare ulteriormente la situazione.
Cartelle fiscali, questa regola cambia tutto
Come ben sappiamo, il Fisco non transige: se invia la cartella esattoriale, significa che si deve pagare il proprio debito, di solito entro 60 giorni.

Trascorso questo termine, peraltro, non è più possibile impugnarla. Da quanto si apprende, c’è una scadenza entro cui la cartella esattoriale non ha più efficacia e non la si può più esigere. Non si cancella il debito in automatico, ma non è più possibile pignorare.
Nel caso in cui non si paghi il debito entro la scadenza, l’Agenzia può procedere con il pignoramento dei beni del debitore, o attuare un fermo amministrativo. Ma attenzione, perché se trascorre oltre un anno dalla notifica e il pignoramento non è stato attivato, è molto difficile che ciò avverrà.
Il Fisco, infatti, dovrebbe dapprima fare una notifica per richiedere il pagamento, da eseguire entro 5 giorni. Se ciò non avviene, il pignoramento è nullo. L’eventuale riavvio del pignoramento, peraltro, ha un suo termine, ed è di 180 giorni.
Se si prosegue nel non pagare e non si riceve nessun provvedimento di pignoramento dei beni, il Fisco dovrà inviare una nuova notifica per richiedere il pagamento. In linea generale, la nuova intimazione di pagamento porta a un’interruzione della prescrizione. Per cui, si ricomincia daccapo.