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Economia e Finanza

Cartelle esattoriali non sempre si devono pagare, ci sono alcuni tributi che si prescrivono dopo i 5 anni

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Alcune cartelle esattoriali cadono in prescrizione dopo un determinato lasso di tempo: quali sono quelle che si prescrivono in 5 anni?

La prescrizione delle cartelle esattoriali può avvenire entro 3 anni (prescrizione minima) mentre alcune possono prevedere anche 10 anni. A fare la differenza è la natura dei debiti che hanno generato la cartella esattoriale.

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La legge italiana ammette tre tipi di prescrizione per le cartelle esattoriali: 3 anni, 5 anni e 10 anni.

Occorre ricordare che non esiste alcuna legge che specifica il termine di prescrizione delle cartelle di pagamento. Pertanto la prescrizione delle cartelle è stata stabilita dalla giurisprudenza, tramite diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione.

Quest’organo è, infatti, chiamato ad occuparsi di questa delicata questione. Per questo motivo, nel corso degli anni, sentenza dopo sentenza, ha delineato i termini della prescrizione delle cartelle di pagamento.

Cartelle esattoriali: quando vanno in prescrizione?

Ricevere una cartella esattoriale non è mai una buona notizia, tuttavia è bene leggere con attenzione il foglio in cui è indicata la somma da corrispondere. Su tale documento, infatti, è indicato in maniera schematica il tributo o la sanzione non corrisposta e la data anche in cui il ruolo è stato dichiarato esecutivo dall’ente creditore.

Spesso può accadere che nella stessa cartella sia richiesto il pagamento di debiti eterogenei, cioè che siano caratterizzati da termini di prescrizione diversi. Quando ciò si verifica, si procede in questo modo: va in prescrizione prima la somma di denaro con prescrizione più breve e successivamente le altre somme.

Le cartelle esattoriali che prevedono la prescrizione dopo 3 anni dalla loro notifica sono quelle che fanno riferimento al mancato pagamento del bollo automobilistico.

Le cartelle esattoriali che si prescrivono in 10 anni si riferiscono al mancato pagamento di tributi come IRPEF, IVA, Ires, Imposta di registro, Imposta di bollo e così via.

Cartelle che cadono in prescrizione in 5 anni

Le cartelle esattoriali che prevedono una prescrizione dopo 5 anni dalla loro notifica, fanno riferimento ai debiti accumulati per il mancato pagamento di:

  • Imu;
  • Tari (imposta rifiuti);
  • Tosap e Cosap, cioè la Tassa per l’Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche;
  • Icpa, cioè l’Imposta Comunale Pubblicità e Affissioni;
  • Iuc, cioè l’Imposta Unica Comunale su casa e rifiuti;
  • multe stradali;
  • sanzioni amministrative (ad esempio emissione di assegni a vuoto);
  • sanzioni tributarie (ad esempio quelle per l’omesso o il ritardato versamento di imposte o quelle emesse dall’Ispettorato del Lavoro);
  • contributi di previdenza dovuti all’Inps;
  • sanzioni penali conseguenti a condanne per reati;
  • contributi assistenziali dovuti all’Inail.

Il calcolo della prescrizione tiene conto del giorno successivo al ricevimento della cartella esattoriale. Per questo motivo, la cartella di pagamento viene inviata al debitore tramite uno strumento che ne attesti la ricezione (es. PEC o ricevuta).

La prescrizione si compie in maniera automatica, l’ultimo giorno del termine previsto per lo specifico importo richiesto. Di conseguenza una cartella esattoriale va in prescrizione senza che sia necessaria la pronuncia di un giudice.

Se, il debitore riceve un’intimazione di pagamento, prima del compimento della prescrizione, tale azione interrompe il termine, facendolo decorrere nuovamente daccapo.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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