Incredibile ma vero: esistono beni che non possono essere pignorati, e molti non lo sanno. Sandro e Cristina hanno scoperto queste regole e sono riusciti a proteggere la loro casa e le loro entrate.
Se anche tu temi il pignoramento, potresti avere più tutele di quanto pensi. Ma attenzione: non tutti i beni sono al sicuro e non sempre il Fisco si arrende subito. Vediamo insieme quali sono le regole che possono fare la differenza e in quali casi si può tirare un sospiro di sollievo.

Sandro e Cristina non avrebbero mai immaginato di trovarsi in una situazione così difficile. Dopo anni di lavoro e sacrifici, si sono ritrovati con debiti che non riuscivano più a gestire. Le cartelle esattoriali continuavano ad arrivare e la paura di perdere tutto cresceva giorno dopo giorno. Pensavano che, essendo in difficoltà economica, non ci fosse alcuna via d’uscita. Poi, grazie a un consiglio ricevuto da un amico, hanno scoperto che la legge prevede specifiche tutele per chi si trova nella loro situazione. Alcuni beni e alcune entrate, infatti, non possono essere pignorati. Con questa consapevolezza, hanno iniziato a vedere la situazione sotto un’altra luce e capito che, nonostante i debiti, non tutto era perduto.
I beni che non possono essere pignorati
Quando si parla di pignoramento, si pensa subito alla possibilità che il Fisco o altri creditori si approprino di tutto ciò che appartiene al debitore. In realtà, la legge ritiene che esistono alcuni beni che devono restare fuori dall’esecuzione forzata. Questo significa che, anche in caso di debiti, alcuni beni non possono essere toccati, perché considerati essenziali per garantire una vita dignitosa.

Per Sandro e Cristina, la scoperta più importante è stata quella relativa alla loro casa. Essendo l’unico immobile di proprietà, non classificato come di lusso e adibito a residenza, non poteva essere pignorato per debiti tributari. Un sollievo enorme, perché significava che almeno il tetto sopra la testa era salvo. Ma non solo. Cristina, avendo diritto a un’indennità di invalidità e all’accompagnamento, ha scoperto che quelle somme erano protette, così come l’assegno di disoccupazione di Sandro. Anche il veicolo che utilizzava per accompagnare Cristina, riconosciuta come disabile ai sensi della legge 104, non poteva essere pignorato. Tutto questo ha dato loro un po’ di respiro e la possibilità di affrontare il problema con maggiore lucidità.
Cartelle esattoriali e prescrizione: quando il debito svanisce
Un’altra domanda che ha sorpreso Sandro e Cristina riguarda la prescrizione delle cartelle esattoriali. Non tutti sanno che, se il debitore non ha beni aggredibili e il Fisco non riesce a recuperare il credito, dopo un certo numero di anni il debito può essere annullato. Per alcune imposte, il termine è di dieci anni, ma per altre, come tributi locali o il bollo auto, il tempo è inferiore (5 e 3 anni).
Questa informazione è stata fondamentale per loro, perché hanno scoperto che alcune delle cartelle che continuavano a ricevere erano ormai scadute. Non essendoci più un’azione di recupero valida, il debito si era automaticamente estinto. Questo ha permesso loro di ridurre il peso della somma dovuta e di concentrarsi su un piano di rientro più sostenibile per il resto.