Deutsche Bank è l’istituto di credito simbolo della Germania. Negli ultimi 150 anni ha rappresentato l’ossatura e l’architrave della sua economia.
Oggi l’istituto di credito che ha fatto la storia dell’Europa affronta un complesso periodo figlio dell’attuale ciclo economico.
Per lunghissimo tempo è stata l’esempio per eccellenza della banca mista, un po’ banca commerciale ordinaria per i correntisti, un po’ banca di investimento. La Deutsche Bank nata nel 1870 affronta oggi una pesante ristrutturazione, necessaria a recuperare la profittabilità e l’efficienza economica. Uno dei suoi fondatori Georg Siemens, industriale nonché padre dell’omologa conglomerata manifatturiera, volle creare un istituto il cui obbiettivo era servirsi di tutti i vantaggi dati dalla finanza. Il primo obbiettivo della Deutsche Bank era quello di entrare a far parte del mercato finanziario londinese, allora il più grande del mondo. Le attività bancarie del nuovo Istituto facilitarono il commercio e gli investimenti fra la Germania e gli altri paesi europei.
La Germania all’epoca dipendeva ancora fortemente dalle istituzioni finanziarie francesi e inglesi. Questo rappresentava un ostacolo politico che impediva alla nazione di svincolarsi dai compromessi di quelle che allora erano nazioni in forte competizione. In un ottica di migliorare la propria strategia Deutsche Bank, crearono sedi oltre che a Brema e Amburgo anche a Londra e Shanghai, allora sotto il controllo delle potenze coloniali.
Tra i primi grandi progetti affiancati dalla Deutsche Bank ci sono i finanziamenti dell’industria siderurgica con il colosso Krupp, nonchè celeberrima ferrovia Berlino Baghdad. Questo era un progetto geopolitico a forte valenza economica, che la Germania volle portare avanti in Medio Oriente.
Dieci anni più tardi la stessa cosa viene fatta a Parigi e New York, proprio con l’intento di fortificare la presenza della banca tedesca all’estero. Negli anni successivi la linea strategica rimane quella di ampliare e diversificare il più possibile dal punto di vista geografico la propria rete commerciale. Nuove sedi diventano operative in tutta l’America Latina, in particolare in Cile, Argentina, Perù, Bolivia, Uruguay e Brasile.
L’istituto tedesco finanzia in quegli anni le grandi opere all’estero come le linee ferroviarie ma anche le principali industrie nazionali. Con l’inizio delle ostilità della prima guerra mondiale l’istituto deve ridimensionare la sua presenza all’estero chiudendo tutte le filiali nelle nazioni avversarie. Questo crea naturalmente anche una estrema contrazione del mercato e dell’indotto che cerca di compensare così attraverso il mercato tedesco.
La situazione post bellica è disastrosa e la Germania si trova in forte crisi economica, anche per via delle elevate spese di riparazione, che la guerra impone sia in patria che all’estero. Le pesanti limitazioni e le sanzioni economiche accompagnate dall’iperinflazione riducono e marginalizzano il capitale della banca. A guerra finita, Deutsche Bank perse la sua autonomia e fu smembrata in dieci banche regionali. Le autorità figlie delle conseguenze dell’occupazione occidentale e orientale ridussero negli anni la loro pressione, fino a quando nel 1957 Deutsche Bank rinacque mediante fusione come istituto sovraregionale.
Deutsche Bank riprese rapidamente il suo posto nell’economia manifatturiera tedesca e accelerò con il crollo del comunismo. La rinata ambizione della banca era quella di voler fungere da crocevia della trasformazione post comunista sia dell’Est Europa che della Russia. Il progetto tuttavia prese altre direzioni e fu l’orbita occidentale con il capitalismo ad attirare i capitali dell’istituto fino alla storia recente.
Attualmente Deutsche Bank offre servizi e prodotti con un offerta che spazia da quelli di una banca commerciale alla banca d’investimento, con servizi finanziari e gestioni patrimoniali sia per privati che per aziende, governi ed enti pubblici, investitori istituzionali, piccole e medie imprese, famiglie e privati. Oggi Deutsche Bank è la banca leader nel mercato tedesco e continua la sua presenza internazionale specialmente nelle Americhe e nell’area Asia Pacifico. L’Italia rappresenta il suo primo mercato europeo, ed è tra i più importanti gruppi internazionali presenti nel nostro Paese.
Il Gruppo opera in Italia attraverso due entità: Deutsche Bank SpA e Deutsche Bank AG Milan Branch. Attualmente l’istituto finanziario sta rinnovando la sua strategia commerciale nonché rafforzando i suoi requisiti patrimoniali. La ristrutturazione della banca con 74 mila impiegati prevede una riduzione dell’organico di circa il 25%. I tagli sono entrati in vigore lo scorso anno con l’obbiettivo di ridurre i costi per almeno 6 miliardi di euro a fronte di una perdita di quasi tre miliardi solo nel 2019.
Deutsche Bank non cambia soltanto la struttura operativa ma modifica in modo fondamentale il proprio orientamento finanziario. Il piano favorirà i servizi dedicati alle imprese e all’economia reale riducendo la componente finanziaria di matrice speculativa. La limitazione dell’investiment banking, il trading sui mercati azionari e sui derivati verranno ridotti a favore dell’efficienza e della modernizzazione della rete commerciale.
Deutsche Bank infatti anche dopo la gravissima crisi finanziaria del 2008, scelse di mantenere una forte presenza sui mercati finanziari. Il ritorno alle radici è accompagnato dalle vicende intervallatesi a partire da almeno il 2015. In quell’anno Deutsche Bank era stata sottoposta a una sanzione di 2,5 miliardi per aver partecipato alla manipolazione del regime tassi di interesse del sistema internazionale. Due anni più tardi il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha multato la banca tedesca per 7,2 miliardi di dollari, per via della vendita irregolare di titoli avvenuta prima della crisi della Lehman Brothers.
Un vera sequenza di scandali e di sanzioni che ha pesantemente intaccato l’immagine della banca. Le vicende conclusesi nel 2018, hanno visto la sua filiale in Danimarca Danske Bank, coinvolta in una vasta rete di riciclaggio di denaro proveniente dalla Russia e multata per 630 milioni di dollari. L’affare da 150 miliardi di dollari avrebbe visto coinvolte a vario titolo e con gradi diversi, anche banche di calibro internazionale come Bank of America e JP Morgan.
Nel 2018 secondo alcune stime, Deutsche Bank si trova esposta su asset derivati per un totale di oltre 43mila miliardi di dollari, ed è uno degli istituti maggiormente vulnerabili e correlato a livello globale al cuore della finanza internazionale. L’enormità del capitale e il potenziale della perdita sono frutto della posizione di vantaggio nell’eurozona nonché alle politiche di tolleranza verso quello che è considerato una banca troppo grande per fallire.
Deutsche Bank è stata criticata dall’opinione pubblica in particolare negli Stati Uniti, venendo considerato un istituto il cui fallimento è pericoloso per l’intera stabilità occidentale.
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Deutsche Bank è stato il primo gruppo bancario internazionale ad adottare in Italia il sistema di governance dualistico. Questo avvicina l’istituto italiano al sistema di amministrazione della Capogruppo in Germania. La governance dualistica prevede la presenza di un Consiglio di Sorveglianza, i cui membri sono nominati dall’Assemblea degli Azionisti, e di un Consiglio di Gestione nominato dal Consiglio di Sorveglianza.
Il Consiglio di Sorveglianza che controlla e supervisiona il Consiglio di Gestione è formato da sette membri e ha come Presidente e Consigliere Delegato Roberto Parazzini.
Roberto Parazzini è Laureato in ingegneria al Politecnico di Milano ed è entrato in Deutsche Bank nel 1999. È attualmente Chief Country Officer di Deutsche Bank in Italia, Presidente del Consiglio di Amministrazione e amministratore delegato di Deutsche Bank S.p.A. e Direttore Generale della Filiale di Milano di Deutsche Bank AG.
Il gruppo Deutsche Bank guidato in Italia da Roberto Parazzini, per quanto riguarda il 2020 ha raggiunto i suoi obbiettivi finanziari e migliorato i suoi coefficienti patrimoniali. Il Common Equity Tier 1 (CET1) ratio dell’ultimo trimestre è pari a 13,6%.
Il CET1 è il parametro più osservato per valutare e classificare la solidità di un istituto di credito. Esso rappresenta il coefficiente di solvibilità minimo che le banche devono mantenere per garantire la propria solvibilità e la sicurezza adeguata. La Banca centrale europea ha pubblicato le sue linee guida per migliorare la resilienza del sistema bancario del continente, stabilendo un CET1 ratio minimo pari o superiore al 8%
Il dato superiore alle aspettative, fa presagire una crescita nei prossimi anni trainata dalla ripresa globale e dai numerosi investimenti atti a realizzare una crescita sostanziale e strutturale nell’Unione Europea.
Il nostro Gruppo Deutsche Bank è presente in oltre 60 Paesi, con più di 10 centri di analisi e ricerca nel mondo. Questo consente di avere una visione completa e sofisticata dei mercati e dei potenziali di rendimento dei settori che compongono l’economia globale. A questo si aggiungono le partnership con prestigiose società di asset management a livello internazionale. In questo modo i trader e i gestori patrimoniali sono preparati e costantemente in contatto con le dinamiche di mercato.
Tra i prodotti finanziari offerti da Deutsche Bank ci sono i PAC. Acronimo di Piano di Accumulo del Capitale consentono di costruire e accrescere il patrimonio nel tempo attraverso un piano di versamenti periodici, programmati su base mensile o trimestrale. I PAC sono strumenti molto flessibili e adattabili agli obbiettivi patrimoniali di chi cerca una soluzione di risparmio nel lungo periodo. Questa è in grado non solo di accantonare un deposito crescente ma di sfruttare la crescita tendenziale del mercato investendo piccole cifre riducendo notevolmente i rischi di ingresso a mercato. Grazie al suo approccio graduale il Piano di accumulo è in grado di allocare il capitale mediando il prezzo di ingresso e riducendo le perdite dovute a variazioni estreme delle quotazioni. I Piani di Accumulo del Capitale possono avere una durata definita a 5, 10 o 15 anni.
Tramite questa soluzione di investimento offerta da Deutsche Bank è possibile investire anche piccole somme, a partire da 100 euro. La banca permette inoltre di decidere, al momento della sottoscrizione, l’importo e la periodicità dei versamenti nonchè la durata del piano di accumulo. Tramite il PAC si viene accompagnati nella costruzione del proprio portafoglio ed è possibile disinvestire senza vincoli.
Deutsche Bank cerca di rispondere alle esigenze di invesimento offrendo la possibilità di investire tramite Fondi Comuni e Sicav. Beneficiando di una gestione professionale in grado di accompagnare il risparmiatore nella crescita del suo capitale la banca cerca di realizzare una plusvalenza investendo in un fondo comune. Questo gestisce le adesioni e ottiene un rendimento tramite la compravendita di diverse attività finanziarie come azioni, obbligazioni e titoli di stato, a seconda del tipo di fondo.
Le Sicav invece sono società per azioni a capitale variabile i cui sottoscrittori diventano soci con tutti i relativi diritti. Queste possono contribuire alla crescita del capitale investendo direttamente sulle azioni della società in questione. La Sicav infatti ha l’obbiettivo di raccogliere il capitale e offrire al pubblico le proprie azioni maggiorate in base alle variazioni del mercato.
Deutsche Bank offre soluzioni di investimento che conciliano la crescita del capitale con tutti i vantaggi di una polizza assicurativa. L’investimento assicurativo da la possibilità di accedere ai mercati finanziari, pianificando le eventualità future comprese nella polizza in relazione agli obbiettivi patrimoniali. È possibile in questo senso sfruttare i vantaggi fiscali, come l’assenza di tasse di successione o accedere a una previdenza complementare.
Tramite questo investimento assicurativo è possibile aumentare il capitale investito incrementandolo con premi aggiuntivi o attraverso un piano di versamenti programmati. Il primo versamento a premio unico permette di investire in tre diverse linee di gestione diversificate in base al profilo di rischio. Con un versamento minimo di 30.000 euro, si ottiene semestralmente o annualmente una percentuale dei premi versati, fino ad un massimo del 5% per una durata di 5 o 10 anni.
Tramite questa opzione è possibile attuare una corretta pianificazione successoria proteggere i tuoi investimenti e tutelare i tuoi cari, grazie alla copertura caso morte.
Il servizio permette di investire fino al 40% del capitale nella Gestione Separata garantendo il capitale senza possibilità di ripercussioni dovute ai cicli di mercato. In questo modo è possibile investire fino a un milione di euro in una linea impostata in base al profilo di rischio. Tra le possibilità più interessanti ci sono le OICR acronimo di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio. Questi sono selezionati tra i migliori secondo l’esperienza dell’istituto massimizzando il rendimento e la diversificazione del portafoglio. Oltre a cogliere le opportunità dei mercati e della componente assicurativa questa opzione consente di massimizzare i vantaggi fiscali grazie a una tassazione sui rendimenti finanziari differita al momento della liquidazione.
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