Dopo 2 anni dall’introduzione, ci troviamo a parlare di caos superbonus con due importanti studi contrastanti in merito alla sostenibilità del beneficio
Sono passati già due anni da quando il Superbonus 110% è entrato in azione. È arrivato il momento di effettuare qualche valutazione numerica, che ci permette di capire effettivamente qual è stato lo stimolo di questa detrazione per l’economia italiana. Daremo un’occhiata anche alla sua reale sostenibilità dal punto di vista fiscale.
Ormai abbiamo a disposizione un numero sufficiente di dati che ci permettono di valutare con affidabilità l’impatto che ha avuto il Superbonus sull’economia nazionale.
Tuttavia, sebbene i numeri dovrebbero offrire certezze, in questo caso creano solo ulteriore caos Superbonus.
Di fatto, sono stati pubblicati due studi che hanno offerto visioni diametralmente opposte. Si tratta di valutazione quantitative effettuate dagli esperti dell’Ance e della Luiss.
Causa superbonus: il rapporto dell’Ance
L’associazione nazionale costruttori edili ha redatto un rapporto con lo scopo di valutare gli effetti che il Superbonus 110% ha avuto sull’economia del paese.
Secondo tale relazione, la spesa relativa alle detrazioni a carico dello Stato ammonta a circa 38 miliardi di euro. Per quanto, invece, riguarda il costo per l’Erario, esso ammonterebbe a 13,9 miliardi di euro. Alla suddetta cifra, che grava sul PNRR, devi poi essere aggiunto l’incremento delle imposte che corrisponde ad altri 19,9 miliardi di euro.
A conti fatti lo Stato dovrà sostenere un costo netto di soli 6,6 miliardi di euro.
Tuttavia, nel rapporto dell’Ance, si legge che il prelievo fiscale effettuato dall’Erario permetterà di recuperare contributi europei netti pari al 47% dello sconto concesso.
Si tratta, dunque, di una percentuale accettabile considerando che la pressione fiscale complessiva italiana si aggira attorno al 42%.
Caos superbonus: lo studio della Luiss Business School
Lo studio condotto dalla Luiss business School è decisamente più ottimistico rispetto al rapporto dell’Ance.
Tuttavia, va detto che i calcoli partono da basi completamente diverse. Gli ingegneri dell’Ance si sono basati su dati empirici, mentre gli studiosi della Luiss Business School hanno realizzato un modello di equilibrio economico generale computazionale.
Secondo gli studiosi della Luiss, un intervento edilizio a sconto totale di 8,7 miliardi di euro sarebbe in grado di generare un valore aggiunto pari quasi al doppio, ovvero 16,64 miliardi di euro in 2 anni.
Secondo tale studio, dunque, un aumento degli investimenti provocherebbe un raddoppio del reddito. Si tratta di risultati decisamente più ottimistici che, sempre secondo gli studiosi, nel giro di 8 anni, potrebbe ulteriormente migliorare.
È, dunque, chiaro che il disavanzo per lo Stato, nell’arco di 10 anni, sarà pari ad appena 811 milioni, ovvero il 10% del totale.
Vi è dunque un enorme differenza tra i due rapporti. Infatti, l’Ance stima 1 disavanzo per l’Erario pari al 53%, ovvero 13,6 miliardi di euro; mentre lo studio della Luiss prevede quasi un sorprendente pareggio in 10 anni.