Canone Rai, chi non lo paga compie reato di evasione fiscale con la conseguenza che il Fisco può erogare pesanti sanzioni. Vediamo quali sono.
I cittadini sono tenuti a corrispondere l’imposta sul possesso di un apparecchio audio-televisivo. In caso contrario si andrebbe incontro a gravi conseguenze a meno che non si rientri tra gli esenti.
Ogni mese per dieci mesi i cittadini pagano il Canone Rai attraverso la bolletta della luce per un totale di 90 euro all’anno. Nel 2023 potremo assistere a cambiamenti sia in relazione alla modalità di pagamento sia all’importo da corrispondere – sono previsti dei rincari. Per evitare di versare l’imposta occorre dimostrare di rientrare tra gli esenti. Parliamo di quelle persone che soddisfacendo alcuni requisiti possono omettere il pagamento senza correre dei rischi. Sono considerati esenti i cittadini con più di 75 anni e reddito non elevato, alcuni percettori di Legge 104 e tutte le persone che non possiedono un apparecchio audio-televisivo. In quest’ultimo caso sarà sufficiente inviare una dichiarazione sostitutiva di non detenzione per ottenere l’esenzione. Alcuni furbetti, però, tentano di raggirare lo Stato con false comunicazioni. Cosa rischiano realmente questi finti-esenti?
Canone Rai non pagato, i rischi
Il Canone Rai è una tassa e, di conseguenza, chi si macchia del reato di omissione del pagamento diventa un evasore fiscale a meno che non rientri nei casi di esenzione. E’ il Fisco ad occuparsi delle verifiche in relazione al pagamento dell’imposta sull’abbonamento della televisione italiana. Qualora venissero riscontrate incongruenze scatterebbero immediatamente le sanzioni al pari, ad esempio, del mancato pagamento del bollo auto.
Il cittadino evasore fiscale potrebbe ricevere una multa dall’importo fino a sei volte superiore il canone stesso. Significa che la sanzione potrebbe arrivare fino a 540 euro. Inoltre, oltre all’omissione del pagamento occorre considerare la possibilità che l’evasore abbia dichiarato il falso nella dichiarazione sostitutiva di non detenzione. Parliamo di un reato punito dal Codice Penale e che si riferisce a chiunque dichiari il falso, forma atti non veri oppure ne fa uso. Ogni beneficio decadrà immediatamente e in base al reato verrà applicata la sanzione corrispondente.
Quando non è ammissibile la sanzione?
Nel caso in cui il cittadino soddisfi realmente i requisiti dichiarati potrà opporsi alla sanzione dell’Agenzia delle Entrate con prove a supporto di quanto detto. Se così non fosse e il cittadino dovesse aver realmente aggirato il sistema illegalmente, l’unico modo per non essere punito è sperare nella prescrizione. Il Fisco, infatti, può chiedere gli arretrati delle rate non versate fino alla prescrizione che avviene dopo dieci anni. Le verifiche sui pagamenti devono, dunque, essere effettuate entro dieci anni dall’anno di riferimento oppure non potrà più essere applicata alcuna sanzione. Attenzione, qualora nel corso dei dieci anni l’Agenzia delle Entrate dovesse inviare una notifica di pagamento – ignorata poi dal cittadino – il conteggio dei termini della prescrizione si azzererebbe e ricomincerebbe da capo.