È possibile cambiare la categoria catastale della propria casa ma a volte questa operazione non è molto conveniente. Ecco perché e cosa valutare prima di farlo.
La categoria catastale identifica gli immobili in base alla funzione che si svolge al loro interno (abitazione, commerciale, ufficio) e sancisce ciò che riguarda la tassazione, le utenze e gli oneri a carico del proprietario o di chi utilizza tale immobile. Questa non è immutabile, nel senso che è possibile cambiarla ma a volte conviene e altre no.
Per questo, prima di cambiare la categoria catastale della propria casa, ci sono degli elementi che bisognerebbe valutare per cercare di fare la scelta più consapevole.
Quando è conveniente cambiare la categoria catastale della propria casa (e quando non lo è)
In Italia esistono diverse categorie catastali che identificano gli immobili. Queste vanno dalla lettera A alla lettera F e nello specifico la categoria:
- A identifica gli immobili ad uso residenziale
- B identifica gli immobili a destinazione ordinaria speciale, ad esempio gli uffici pubblici e le scuole
- C identifica gli immobili commerciali
- D identifica gli alberghi o case di cura
- E identifica gli immobili speciali e quelli che sono destinati ad utilizzi particolari
- F identifica gli immobili che non hanno ancora una propria destinazione, le aree in costruzione e gli eventuali edifici fatiscenti
Ma non è finita qui perché in ogni categoria ci sono altre “sotto categorie” più specifiche. Ad esempio, con riferimento alla categoria A (uso residenziale) si distinguono 4 sottocategorie che specificano meglio il valore della casa. A questo proposito, dunque, è possibile effettuare il cambio di categoria catastale. Infatti, se si stanno effettuando dei lavori di ristrutturazione su una casa considerata di edilizia popolare (A4) è possibile cambiare la categoria catastale in A3 (abitazione di tipo economico).
Allo stesso modo si può passare dalla categoria catastale A3 a quella A2 (abitazione di tipo civile). È possibile anche la situazione contraria: quando in un immobile vengono meno certi elementi, la categoria catastale può scendere. Oltre ai cambiamenti che possono avvenire all’interno di una categoria catastale, questi possono avvenire anche tra categorie diverse, ad esempio dalla A alla C. È il caso in cui si passi dalla categoria “residenziale” ad “uso negozio” o da “uso negozio” ad “uso abitazione”.
Ovviamente il cambio di categoria catastale non è privo di spese, perché implica una variazione nel calcolo dell’IMU e della TARI. Infine, va detto che se vengono svolti dei lavori che potrebbero comportare il cambiamento di categoria catastale, la richiesta di variazione va inviata tempestivamente, dato che maggiore è il ritardo rispetto ai lavori che vengono svolti, maggiore sarà la sanzione che verrà applicata nel momento in cui verrà richiesto il cambio di categoria catastale.