Mentre sull’indice Ftse Mib prosegue il trend long di metà ottobre del future con scadenza a novembre sono diverse le scadenze importanti che riguardano il debito italiano.
Oltre a questo, sono di rilevanza nazionale anche i dati macroeconomici dei maggiori Paesi europei.
Prima di affrontare quelli che saranno le emissioni dei Titoli di Stato calendarizzati a novembre vi sarà da valutare l’impatto sui mercati degli eventi macroeconomici in Europa.
Primo tra tutti il dato preliminare del PIL del terzo trimestre atteso in diminuzione rispetto al rialzo dello 0,8% precedente. Oltre questo sarà significativo capire l’inflazione preliminare di ottobre; l’aspettativa è di un rialzo del 9,7% su base annua rispetto al 9,9% precedente.
In Italia sarà reso noto il dato preliminare del PIL del terzo trimestre che dovrebbe salire dello 0,1% dopo l’incremento dell’1,1% precedente. Un rallentamento che sembra confermare le previsioni sulla recessione annunciata per il primo semestre 2023. A questo si affianca in Germania l’asta dei titoli di Stato con scadenza a 3 e a 9 mesi per un ammontare massimo di 3 miliardi di euro per ciascun titolo. Ciò sarà capace di influire sullo spread? Lo sapremo con l’esito finale della domanda.
Per quanto riguarda le obbligazioni italiane, per adesso il Mef ha calendarizzato tutti gli eventi di novembre 2022. Non è da escludere tuttavia che vi potranno essere cancellazioni nella prosecuzione del mese invernale. Se tutto sarà confermato invece novembre, a dispetto della sua corta durata, diverrà uno dei mesi più ricchi per quello che riguarda i collocamenti di titoli di stato. Nell’arco del mese, infatti, ci sarebbero:
Una ricca offerta dei titoli di Stato italiani i cui dettagli saranno confermati a partire dalla seconda settimana del prossimo mese. Due di queste occasioni riguardano i Buoni Ordinari del Tesoro; solitamente un’emissione di BOT a 6 mesi e una annuale. Particolarmente interessanti saranno anche le emissioni dei BTP ancorati all’inflazione nonché i BTP Italia 2028 entrambi all’insegna della protezione del potere d’acquisto degli investitori retail e piccoli risparmiatori.
Ma qual è la differenza tra questi due titoli? i BTp€i sono indicizzati al tasso d’inflazione Eurostat che a oggi risulta poco più al 10,7%, mentre il BTP Italia è indicizzato all’’inflazione FOI legata alle dinamiche nazionali. Al momento ci sono quasi due punti percentuale di distanza tra i due tassi.
La seconda differenza di rilievo riguarda la maturazione del capitale in relazione al meccanismo di recupero dell’inflazione. Gli interessi del BTp Italia sono rivalutati semestralmente per l’aumento dell’indice dei prezzi rispetto a quello precedente su una base di interessi minima del 1,6% annuo.
I BTp€i invece offrono all’obbligazionista una cedola semestrale rivalutata al tasso d’inflazione Eurostat intercorrente tra la data di godimento del titolo e quella di pagamento della cedola medesima; perciò nel caso di un BTp€i, tale rivalutazione avviene solamente alla scadenza.
Detto questo, infine, considerando che, da sempre, Short Term e BTP€i sono collocati lo stesso giorno, le finestre con i titoli di stato italiani sarebbero 5 più quella con il BTP Italia per un totale di 6 giorni all’insegna delle aste di debito italiano.
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