Gli effetti del caldo sull’economia, bisogna correre ai ripari e limitare i danni

Il caldo sarà a dir poco rovente a partire dal 15 luglio. A risentirne non saranno solo le persone ma anche la nostra economia.

Del resto l’estate 2022 non lascia dubbi: le temperature che si registrano sono sorprendentemente alte. Con le medesime orientate a una crescita a partire dalla metà di questo mese, almeno così riferiscono gli addetti ai lavori.

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Un caldo a livelli inimmaginabili sta creando siccità. Non bastasse ecco la carenza di piogge, gli incendi. I problemi riguardano non pochi cittadini. Ma non è tutto. A pagare a caro prezzo questa decisa ventata di calore anche l’economia. L’impatto negativo su settori considerati strategici non tarda a farsi sentire.

Siamo di fronte a ingenti perdite, l’economia italiana conta buchi di miliardi di euro, perlomeno avendo in considerazione quanto avvenne nel corso dello scorso anno, quando il Paese fece i conti con una già importante crescita della temperatura media nazionale di almeno 1 grado.

Osserviamo allora quali sono i danni che il caldo sta causando all’economia italiana.

Ventata di caldo, impatto sull’economia italiana

In prima istanza la siccità, un fenomeno che ha messo in ginocchio diversi territori italiani, dove da molti mesi le piogge scarseggiano. Il governo è al lavoro per varare il decreto siccità. Una strada per tentare di arrivare alla risoluzione del problema.

Sebbene si tratti di fondi pubblici che in assenza di urgenze dovute ai cambiamenti climatici sarebbero potute essere predisposte per altro.

Il caldo incide negativamente anche sul comparto della pesca, dell’agricoltura e degli allevamenti, dove si calcolano danni per miliardi di euro. Nel corso del 2021 il caldo estivo causò danni per circa 2 miliardi di euro. Somma che però non considera l’indotto del settore agroalimentare.

Altra emergenza quella degli incendi. Coldiretti rifacendosi alle indicazioni Effis, ha riferito che in Italia gli incendi si sono triplicati nell’ultimo anno in confronto alla media storica. Sono 16.000 gli ettari di boschi e di terreni che hanno preso fuoco dall’inizio del 2022, l’equivalente di 22.000 campi da calcio. Ogni incendio è l’equivalente di spese.

Ogni rogo costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni.

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