Scopiamo come effettuare il calcolo Ape sociale e quali sono i pro e i contro di una misura, erogata dall’INPS, che raggiunge un valore di 1500 euro.
La misura pensionistica conosciuta con il nome di Ape sociale è un’indennità, che corrisponde al valore lordo della pensione maturata al momento della richiesta. L’importo massimo che può essere erogato, accedendo all’Ape sociale, equivale a €1500 lordi mensili.
Una delle caratteristiche principali di questa misura pensionistica è l’impossibilità di rivalutare annualmente l’importo, così come avviene per gli altri assegni. In sostanz,a ogni anno l’INPS si rivaluta le pensioni erogate ai cittadini italiani, in virtù dei dati forniti dall’Istat, in merito al corso della vita. Per l’Ape sociale la cifra accreditata resta invariata nel tempo.
Inoltre, l’Ape sociale viene erogata per 12 mensilità (e non 13). Ma come si calcola l’assegno dell’Ape sociale?
Calcolo Ape sociale: i requisiti per accedere alla misura erogata dall’INPS
L’Ape sociale è una forma di pensionamento anticipato erogato dall’INPS in favore di alcune categorie di soggetti. L’importo massimo concesso è pari a €1.500 lordi al mese per 12 mensilità.
Il pagamento è effettuato a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda. Fermo restando che l’Inps ha la possibilità di posticipare il primo giorno di pagamento, versando successivamente anche gli arretrati che spettano di diritto.
Dopo tutto l’Ape sociale è una formula di indennizzo a carico dello Stato. Ciò vuol dire che la misura è pagata dall’INPS tramite le banche convenzionate con l’istituto previdenziale.
Per accedere alla misura pensionistica in questione è necessario essere in possesso di specifici requisiti:
- 36 anni di attività contributiva di cui almeno 7, negli ultimi 10, devono essere considerati come “attività gravosa”;
- 30 anni di versamenti contributivi e assistenziali effettuati da persone titolari dei benefici riconosciuti dalla legge 104;
- Un’invalidità superiore o uguale alla 74%, con 30 anni di versamenti contributivi;
- Persone disoccupate a causa di un licenziamento involontario, per giusta causa o per risoluzione consensuale. Purché il soggetto in questione abbia maturato almeno 30 anni di versamenti contributivi.
Dettagli da non trascurare
Per accedere alla misura non conta se il contratto di lavoro è a tempo determinato o indeterminato. Tuttavia, è necessario rispettare un importante clausola, che prevede di aver concluso il periodo di godimento della prestazione di disoccupazione da almeno tre mesi o di non averne goduto affatto.
Altro aspetto fondamentale di questa misura riguarda il fatto che i contributi non devono necessariamente provenire da una sola fonte erogatrice. Infatti, è possibile accedere all’Ape sociale anche tramite il meccanismo del cumulo dei versamenti contributivi, avvenuti nel corso della propria attività lavorativa.
Tuttavia, l’Ape sociale non può essere cumulata con le formule di indennizzo di disoccupazione o di cessazione di attività commerciale. Al contrario, essa è compatibile con l’attività di lavoratore dipendente per i redditi che non superano quota €8.000 lordi annui. Per i lavoratori autonomi, invece, il limite reddituale è fissato a €4.800 lordi all’anno.
Il calcolo dell’Ape sociale
Come tutte le forme di pensionamento, anche l’Ape sociale presenta aspetti positivi e aspetti negativi. Indubbiamente questa misura è una formula pensionistica che consente di anticipare il ritiro dal lavoro, senza alcuna penalizzazione economica.
In sostanza, il lavoratore può anticipare l’età del pensionamento senza alcun sacrificio economico. Tuttavia, l’indennizzo mensile non può superare quota €1500 lordi al mese. Inoltre, l’importo non viene mai rivalutato e, dunque, resta invariato a prescindere dal costo della vita.
Coloro che accedono all’Ape sociale dovranno attendere l’età della pensione ordinaria per ricevere il trattamento di fine rapporto. Dunque, il lavoratore non ha la possibilità di ricevere la liquidazione del TFR al momento della sottoscrizione dell’Ape sociale.
Uno degli effetti positivi relativi a questa misura riguarda la tassazione. Questa, infatti, viene applicata prendendo come riferimento l’aliquota calcolata sul reddito da lavoro dipendente. In questo modo è possibile beneficiare di una tassazione più vantaggiosa rispetto alla norma.
In ogni caso, possono accedere all’Ape sociale 2022 coloro che hanno compiuto almeno 63 anni e non risultano titolari di alcun trattamento pensionistico.
La misura è stata prorogata dalla legge di bilancio del 2022, permettendo ai lavoratori di presentare la domanda fino al 31 dicembre dell’anno in corso.
Si tratta di una misura sperimentale introdotta nel 2016 e prorogata nel 2022, condita con nuove condizioni. Ci stiamo riferendo al riconoscimento del beneficio in favore di disoccupati e lavoratori dipendenti che svolgono attività gravose.
Sarà possibile accedere all’Ape sociale fino ad esaurimento delle risorse finanziarie destinate alla misura.
Infine, per ricevere l’assegno riconosciuto è necessario presentare domanda in via telematica accedendo al portale dell’INPS, tramite le proprie credenziali digitali.