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Un’azienda quotata in borsa può investire su sé stessa?

Una riacquisizione azionaria, chiamata tecnicamente stock o share buyback, avviene quando un’azienda quotata in borsa decide di acquistare dai propri azionisti una parte delle sue stesse azioni.

Le motivazioni di questa scelta possono essere molteplici, ma generalmente segnalano agli investitori una nuova occasione di profitto e una rinnovata qualità negli indicatori patrimoniali e finanziari dell’azienda.

Una società quotata in borsa può decidere di acquistare nuovamente le proprie azioni per tre motivi principali. Il primo di questi è quello di controbilanciare una fase di mercato in cui il valore delle quotazioni è diventato estremamente basso e rischia di svalutare almeno nel breve termine le variabili patrimoniali dell’azienda. Questo avviene in quanto l’azienda ha innanzitutto l’aspettativa di crescere sul mercato, ed è perciò consapevole di poter nuovamente distribuire le proprie azioni a un prezzo molto maggiore di quello attuale.

La scelta di riacquistare le proprie azioni comporta quindi generalmente una rivalutazione positiva delle aspettative di crescita economica. Altre motivazioni in grado di mettere maggiormente in evidenza questo aspetto sono quelle che legano il prezzo delle quotazioni al flottante, tale che ritornando in mano alla società emittente quelle presenti sul mercato aumentano la percentuale dell’azienda detenuta da ogni investitore. L’azienda investe in se stessa riducendo la platea complessiva degli investitori, riducendo le attività speculative e aumentando la fiducia nella crescita del valore del capitale investito.

Un’azienda decide di quotarsi in borsa rendendo accessibile la sua proprietà a coloro che decidono di acquistarne una percentuale tramite le azioni. Questo determina la possibilità che una parte delle decisioni e del futuro della società sia determinato da chiunque riesca ad acquistarne una percentuale sufficiente per entrare in consiglio di amministrazione. Le azioni sono un onere che l’azienda può permettersi soltanto in relazione alla prospettiva di reinvestire il capitale avuto in prestito, per espandere il suo business o accrescere la sua quota di mercato in un determinato settore. In assenza di questa variabile se l’azienda ha accumulato sufficientemente capitale può decidere di ridurre la sua esposizione e i suoi oneri patrimoniali, riacquistando una parte delle azioni in circolazione.

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Esistono due modi in cui l’azienda può acquistare le proprie azioni

Una di questi è la possibilità offerta dall’azienda agli investitori di poter vendere le proprie azioni, entro una certa scadenza all’interno di un certo range di prezzo, determinando il margine contrattuale che gli azionisti hanno a disposizione. Una volta che la società ha valutato tutte le offerte in relazione a quantità e prezzo, deciderà l’offerta congrua che permetterà di rilevare il maggior numero di azioni al minor prezzo.

Il secondo modo è quello di acquistare le proprie azioni con un operazione di mercato aperto che viene effettuata quindi al prezzo a cui le azioni stanno venendo effettivamente scambiate. Come descritto precedentemente, l’annuncio di una riacquisizione genera solitamente un’aspettativa positiva tra gli investitori, questo quindi può causare un aumento degli investitori interessati ad acquistare le azioni con un contestuale incremento del prezzo. Per questo motivo evitando di incorrere in costi eccessivi, la società può decidere semplicemente di entrare a mercato e acquistare in modo graduale il numero di azioni che ritiene opportuno.

Le conseguenze per l’azienda che acquista le proprie azioni

Dal punto di vista finanziario le conseguenze per l’azienda dell’operazione di riacquisto delle azioni comporta il miglioramento delle variabili patrimoniali. Innanzitutto migliora l’aspettativa per coloro che prendono le proprie decisioni di investimento sulla base di un’analisi fondamentale. Aumenta quindi la disponibilità di coloro che investono sulla base delle variabili di rendimento, come il flottante che viene ridotto, l’utile per azione che aumenta, così come il ROA e il ROE, che aumentano in quanto il rapporto tra il rendimento e numero di asset su cui si basa il calcolo viene ridotto.

Per avere un esempio di come un buyback delle azioni può influire sulle variabili patrimoniali dell’azienda, si possono considerare le prime tra quelle maggiormente osservate in un analisi fondamentale, prima e dopo l’operazione, immaginando un investimento di 15 milioni per un acquisto di azioni del valore di 15 euro l’una.

  • Flottante 10.000.000 – 9.000.000
  • Liquidità  20.000.000  – 5.000.000
  • Asset 50.000.000 – 35.000.000
  • Profitto 2.000.000 – 2.000.000
  • ROA 4% – 5,71%
  • EPS  0,20 € – 0,22 €

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Il rapporto finanziario di un azienda è un documento che rivela l’ammontare del valore fondamentale, dati i risultati patrimoniali derivanti dalle sue attività economiche. Il rapporto finanziario è diviso in due parti che analizzano la totalità del valore degli asset detenuti, sia in relazione ai beni materiali posseduti sia al valore patrimoniale delle azioni.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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