Busta paga e detrazioni fiscali: è possibile pagare meno tasse?

Le tasse in busta paga sono un appuntamento fisso per ogni dipendente, tuttavia le detrazioni alleggeriscono l’onere.

Il peso del fisco in busta paga si fa sentire, tuttavia le detrazioni consentono di abbassare le tasse al lavoratore subordinato. Ecco una serie di informazioni di rilievo per sfruttare queste agevolazioni.

Bonus busta paga, sorpresa in arrivo? Per chi, c'entra il taglio cuneo fiscale
fonte foto:adobestock

 In un periodo caratterizzato da aumenti dei prezzi e crescita dell’inflazione, chiedersi come fare a pagare meno tasse in modo legale, è domanda del tutto legittima. Potrebbero farsela in particolare i lavoratori dipendenti, anzi questi ultimi sanno o dovrebbero sapere che una parte della propria retribuzione in busta paga è trattenuta mensilmente dal datore di lavoro o azienda, proprio al fine di pagare le tasse. L’azienda infatti agisce per legge come ‘sostituto d’imposta’: a provvedere all’effettivo versamento è il datore di lavoro, che deve eseguire questo compito per ciascuno dei suoi dipendenti.

Proprio dei lavoratori subordinati vogliamo parlare nel corso di questo articolo, al fine di chiarire come e in che modo è possibile intervenire per abbassare le tasse in busta paga. Ovviamente si tratta di metodi del tutto compatibili e rispettosi delle norme di legge in materia.

Busta paga, non solo compenso per la prestazione lavorativa: ecco le trattenute in gioco

Ci si potrebbe anzitutto chiedere quali sono le tasse da pagare nell’ambito della busta paga. Ebbene, i dipendenti percepiscono un compenso per l’attività svolta ma al contempo pagano i contributi previdenziali e le tasse. In particolare, le trattenute che ogni lavoratore è obbligato a versare ogni mese sono le seguenti:

  • contributi previdenziali INPS a carico del lavoratore;
  • trattenute IRPEF;
  • addizionali IRPEF regionali e comunali;
  • contributi INAIL.

L’imposta più rilevante nel nostro paese è l’IRPEF, ovvero una tassa che recentemente ha ricevuto modifiche di rilievo. Spicca il passaggio dal vecchio sistema a 5 aliquote a quello a 4. Essa è applicata secondo percentuali differenti in rapporto alla mole del guadagno annuo del dipendente (scaglioni di reddito).

Abbiamo detto che della parte fiscale si occupa il datore di lavoro, perciò il dipendente in busta paga riceverà lo stipendio netto – vale a dire la cifra sottratta delle tasse e dei contributi INPS. Ciò però non toglie che ci possa chiedere come fare ad abbassare le tasse nella busta paga.

Risparmiare sulle tasse grazie alle detrazioni Irpef 

Rendere meno gravoso il peso delle tasse in busta paga significa anzitutto poter usufruire delle detrazioni fiscali sull’Irpef. In particolare, l’art. 13 TUIR (Testo Unico sulle Imposte e sui Redditi) dispone espressamente in materia e ci fa capire che si tratta di cifre che non riducono la base imponibile per il calcolo dell’Irpef, ma vengono sottratte direttamente dal tributo da versare al Fisco attraverso le trattenute in busta paga.

Non solo. La legge di Bilancio 2022 ha introdotto significative novità nel sistema fiscale italiano, e in particolare all’IRPEF, con ovvi riflessi in tema di detrazioni di imposta che coinvolgono i redditi di lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati.

Proprio in tema di detrazioni, appare opportuno ricordare che i lavoratori dipendenti sono tenuti ogni anno a presentare una dichiarazione dei redditi, la quale ha lo scopo di comunicare tutte le informazioni sui guadagni percepiti l’anno anteriore. Detti dati possono essere presentati in vari modi: telematicamente con il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure con un intermediario abilitato, come un centro CAF o un commercialista.

Detrazioni fiscali sulle spese: occhio alla tracciabilità

Coloro che lavorano alle dipendenze e ricevono una busta paga, possono anche chiedere e ottenere alcune detrazioni fiscali IRPEF, per diverse spese effettuate nell’anno di imposta precedente. Queste agevolazioni scattano su presentazione, in sede di dichiarazione dei redditi, dei documenti che acclarano la spesa di fatto effettuata.

Per quanto riguarda il 2022, l’interessato a sfruttare queste agevolazioni potrà fare riferimento alle spese relative al 2021, anche per i soggetti a carico fiscale, come coniugi e figli. Attenzione però: il requisito è rappresentato dall’aver tenuto traccia di queste spese. In altre parole, non è ammesso il pagamento in contanti, se non per comprare farmaci e o compiere il pagamento di visite mediche.

Grazie alle detrazioni fiscali, il risparmio è evidente: infatti il lavoratore può conseguire uno sconto sulle tasse, e potrebbe anche ottenere un credito aggiuntivo in busta paga.

Tra le spese detraibili abbiamo, ad esempio, le seguenti: spese sanitarie, spese per acquisto e riparazione di veicoli per persone con disabilità, spese di istruzione, spese veterinarie, spese per i contributi versati per i familiari a carico relativi al riscatto degli anni di laurea, spese sostenute dai genitori per pagare le rette per la frequenza di asili nido. In realtà l’elenco però è molto più esteso.

Rimarchiamo che per sfruttare l’agevolazione fiscale, la tracciabilità del pagamento è necessaria, ovvero deve essere possibile provare dette spese esibendo la documentazione che acclara i dettagli dell’operazione di pagamento.

Concludendo, ecco perché – alla luce di quanto abbiamo visto – di certo non mancano le possibilità di far valere detrazioni da parte del lavoratore subordinato. Anzi, abbassare le tasse in busta paga e in generale, la pressione fiscale sul nucleo familiare, è certamente possibile in più modi.

Gestione cookie