In Dichiarazione Sostitutiva Unica figurano tanti elementi ai fini ISEE, ma cosa succede per il buono postale cointestato?
Coniugi che hanno a che fare con l’ISEE potrebbero avere il dubbio se tenerlo o meno. Constatare con precisione le informazioni anagrafiche, economiche e patrimoniali è necessario per descrivere correttamente la situazione finanziaria di una famiglia, specie quando entrano in gioco le richieste di bonus. Ecco cosa fare con il buono postale cointestato.

Bisogna sapere se un buono postale cointestato faccia cumulo o meno, perché questa condizione estende o riduce, la possibilità di fare richiesta di bonus ed agevolazioni messi a frutto dal Welfare per soddisfare le esigenze dei cittadini.
Il miglioramento del loro benessere è l’obiettivo dello Stato Sociale, ma la logica economica vuole che se l’ISEE giunge a scaglioni più elevati, è chiaro che la condizione finanziaria migliora, e di conseguenza non si rientra in prestazioni sociali vantaggiose.
Per questo i coniugi con un buono fruttifero cointestato si pongono il problema di inserirlo o meno nell’ISEE.
Nel caso di titoli di Stato cointestati, i cittadini decidono in quale modo definire l’esclusione dell’ISEE. Ma ciò dipende da parametri precisi. Infatti, da DSU si può detrarre in totale il 50%.
Quindi, se in tutto hanno 40 mila euro, entrambi possono sottrarre 20 mila euro. Quindi, li escludono seguendo questa percentuale cadauno, ma c’è anche un’alternativa. Potrebbero persino decidere il contrario, cioè di mantenerli, e distribuire l’ammontare totale di sempre 40 mila euro, in maniera differente.
Ciò che conta è che si rientri con i conti e si sottragga al massimo la suddetta cifra. Il risultato finale, non deve cambiare.
Da un esempio concreto è possibile comprendere appieno questa gestione in DSU.
ISEE e buono postale cointestato: esempio concreto e risposte pratiche
Dopo aver avanzato la problematica e averne riconosciuti gli elementi, si ribadisce quanto a volte l’ISEE sia motivo di complicazioni, anche inaspettate. Il buono postale cointestato segue la miglior logica di gestione familiare. Cioè sono coloro i quali lo hanno cointestato che decidono, ma ciò è possibile entro determinati limiti.

Se per esempio i due coniugi finora descritti, detengono titoli per 80 mila euro investiti in buoni fruttiferi, questi possono scegliere due strade risolutive in relazione alle loro esigenze e obiettivi.
Nel primo caso, possono sottrarne, in base a quanto dichiarato, la stessa cifra. Se ciò è 50 mila euro, allora entrambi possono fare venire meno la somma di 25 mila euro a testa in DSU, inserendo questi dati.
Nel secondo, potrebbe solo un coniuge sottrarre l’intera cifra dall’investimento, 50 mila euro, e la somma sarà uguali a zero. Di contro, l’altro partner inserisce la somma totale dell’investimento, uguale ai 50 mila euro dichiarati. L’ammontare definitivo, non cambia.
Questo perché dalle ultime modifiche, c’è un limite molto importante da riconoscere in DSU. Nella Dichiarazione sono inserite le indicazioni per il calcolo dell’ISEE, ed in seguito all’ultimo aggiornamento avvenuto il 3 aprile con legge si possono escludere dai titoli di Stato fino ad massimo di 50 mila euro per nucleo familiare.