Buoni postali se muore l’intestatario chi riscuote i soldi? Rispondiamo a questa domanda in base alla normativa vigente sulla successione.
I buoni postali sono uno strumento molto diffuso e amato dai cittadini italiani perché considerato “sicuro” da coloro che vogliono investire senza rischi. I buoni postali hanno una determinata scadenza, però, cosa accade se l’intestatario muore prima della scadenza? Il rimborso è concesso agli eredi? Si rischia di perdere i soldi? Queste sono alcune domande poste dai Lettori agli Esperti di Trading.it. Da dire che sui buoni postali c’è molta confusione e molte le problematiche discusse in aule di Tribunale negli ultimi anni. Ma vediamo cosa fare in questi casi.
Buoni postali se muore l’intestatario lo riscuotono gli eredi o qualsiasi persona?
Precisiamo che i buoni postali sono titoli finanziari che può distribuire solo Poste Italiane e sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., sono titoli garantiti dallo Stato ed è per questo che sono preferiti dai risparmiatori.
Sono titoli che assicurano sempre il rimborso del capitale maggiorato dagli interessi maturato negli anni. Un altro vantaggio è collegato alla tassazione applicata sul capital gain che risulta agevolata rispetto ad altri titoli di Stato. Infatti, si applica il 12,5% mentre su altri titoli di Stato la tassazione è pari al 26% sul capital gain.
Ma cosa succede se muore l’intestatario? Il buono postale in questo caso non si perde, ma fa parte della successione e di fatto può essere rimborsato agli eredi a condizioni che dimostrino la legittimità al ritiro del titolo.
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Pratica di successione
Nel caso muore l’intestatario dei buoni postali, gli eredi per ottenere il rimborso devono aprire la pratica di successione. La pratica può essere aperta presso Poste Italiane presentando i seguenti documenti che rilevano il diritto di legittimità:
a) estratto dell’atto di morte dell’intestatario del buono postale;
b) dichiarazione sostitutiva di atto notorietà o atto notorio, che indichi gli eredi legittimi alla riscossione del buono postale;
c) copia del documento di identità degli eredi;
d) atto di successione testamentaria, copia conforme all’originale d testamento olografo, pubblico o segreto. Testamento olografo per lasciare soldi e casa ai figli: 4 errori che lo rendono nullo
Buono cointestato
Poste Italiane apre la pratica di successione e dopo la sua conclusione, gli eredi legittimi otterranno il rimborso del titolo con gli interessi maturati. I tempi della chiusura della successione di solito variano dopo due o tre settimane dalla data di apertura.
Ricordiamo che per i buoni fruttiferi contestati, se muore uno dei cointestatari è importante che il buono riporti la clausola “pari facoltà rimborso (PFR)”, che permette all’altro cointestatario di ricevere il rimborso del titolo finanziario. Inoltre, ogni cointestatario del buono può farsi rimborsare il valore del buono senza dover interpellare gli eredi e senza dover attivare la pratica di successione.
Su questo ultimo aspetto si sono susseguite diverse sentenze di merito in riferimento all’opposizione di Poste Italiane al riconoscimento della clausola PFR, annullandola di fatto con l’apertura della successione.
La Corte di Cassazione ha ritenuto illegittimo il mancato rimborso al superstite in presenza della clausola “pari facoltà rimborso”. Ecco alcune sentenze che dimostrano l’illegittimità operata da Poste Italiane: n. 12385 del 3 giugno 2014 – n. 153231 dell’anno 2002.