I buoni postali rappresentano il risparmio più amato dagli italiani, perché sono considerati un investimento sicuro e facile da gestire.
Le famiglie utilizzavano i buoni postali come un piccolo salvadanaio, che spuntava all’improvviso nel momento del bisogno e il più delle volte premiava la costanza con interessi vantaggiosi. Adesso non è più così conveniente, ma continua ad essere la forma di risparmio preferita dagli italiani. Ma cosa succede se muore l’intestatario, la clausola pari facoltà di rimborso è sempre valida? Cerchiamo di capire di cosa si tratta e come fare per ottenere il rimborso dei buoni postali.
Nelle condizioni dei buoni postali c’è una piccola clausola chiamata “pari facoltà di rimborso“, per brevità è denominata PFR. Questa clausola consente a qualsiasi intestatario di prelevare i soldi del buono, anche se il buono è intestato a più persone. Nello specifico, significa che gli intestatari del buono hanno la pari facoltà di ritirare i soldi del buono senza dover avvisare gli altri cointestatari. Ma se muore il titolare del buono postale, cosa succede? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione.
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I buoni postali sono considerati titoli di risparmio sicuro perché sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti, e garantiti dallo Stato. Sono titoli collocati presso Poste Italiane, questo significa che il possesso è esclusivo di Poste Italiane e non possono essere sottoscritti da un’altra banca. Poi, sono sicuri perché rimborsati al loro valore nominale, questo significa che il capitale versato è interamente restituito.
Anche se i buoni postali, producono un tasso di interesse bassissimo, hanno molti vantaggi: per l’emissione e la tenuta non si pagano commissione o spese di gestione. Inoltre, è applicata una ritenuta fiscale del 12,50% rispetto al 26% applicata su altri strumenti finanziari. Infine, prevede di ottenere il rimborso in qualsiasi momento, è sufficienti recarsi presso qualsiasi ufficio postale.
Come sopra menzionato, i buoni postali possono essere intestati a due persone contemporaneamente. Questo significa che possono riscuotere separatamente il buono. Però, bisogna considerare alcuni aspetti, nello specifico:
a) il titolo non prevede nessuna clausola specifica la riscossione è possibile solo se i contestatari si presentano insieme a riscuotere il rimborso;
b) il titolo contiene la clausola PFR, quindi, ogni intestatario del buono ha la facoltà di incassare il rimborso del buono.
I problemi si presentano se muore uno degli intestatari del buono postale, la Cassazione ha chiarito come fare in questi casi. In effetti, ha precisato che in caso di morte di uno degli intestatari, e il buono postale riporti la clausola “pari facoltà di rimborso”, non c’è nessuno ostacolo. Infatti, qualsiasi intestatario può incassare il buono integralmente. La Corte precisa che, la stessa disciplina è applicata per i Libretti di risparmio postale. Inoltre, la Corte di Cassazione, sempre in materia di buoni postali, ha ritenuto illegittimo il comportamento di Poste Italiane, che non ha rimborsato il valore dei buoni postali, anche se era apposta sul titolo la clausola PFR.
Riepilogando, nel caso di buoni postali cointestati con l’inclusione della clausola pari facoltà di rimborso, ogni intestatario ha la facoltà di ritirare il titolo, senza l’obbligo di avvisare l’altro cointestatario. Questa norma è valida anche in caso di morte di uno degli intestatari.
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