L’attuale contesto macroeconomico e le prospettive future piuttosto incerte hanno reso le obbligazioni più remunerative e spinto i vertici di Cdp a concedere più alti rendimenti sui Buoni fruttiferi.
Cassa Depositi e Prestiti studia un rialzo dei rendimenti dei buoni fruttiferi postali nell’ordine almeno dell’1%.
L’Italia è il terzo Paese debitore del mondo dopo Stati uniti e Giappone. Il mercato conosce bene le nostre fragilità e sconta l’incertezza sulla vendita dei Titoli di Stato. Con la BCE pronta ad alzare il costo del denaro e rallentare così la crescita si alzano i rendimenti dei titoli come i BTP. Al di là della tempistica, il contesto di mercato non prevede a breve termine un mutamento di scenario.
Solitamente il rendimento delle obbligazioni si adatta a variabili come il tasso di interesse, l’inflazione e naturalmente il rischio di mercato. In questo contesto il rendimento del Btp 10 anni ha una cedola intorno al 3,5% salita da un valore che a fine 2021 era inferiore all’1%.
Con le nuove cedole i Buoni fruttiferi tornano al centro dell’interesse dei risparmiatori
È per questi motivi che CDP vuole rendere più competitivi i suoi prodotti finanziari; è il caso dei Buoni fruttiferi postali. Gli investitori possono così preferire proteggere il portafoglio o il capitale dall’evoluzione dei tassi di interesse acquistando BFP piuttosto che BTP Italia o BTp indicizzati all’inflazione europea. I prezzi di questi ultimi infatti scontano già l’aspettativa sui rendimenti futuri.
I Buoni fruttiferi possono tornare al centro dell’interesse dei risparmiatori, che già nel 2021 avevano premiato altre forme di risparmio garantite dallo Stato emesse da Poste Italiane, con una raccolta complessiva nell’anno pari a 281 miliardi di euro.
Nel dettaglio il Buono 3 anni plus assicura un rendimento lordo annuo a scadenza dell’1% con una capitalizzazione degli interessi su base annuale. Il Buono 3×2 che ha preso il posto del buono fruttifero postale 5×5, prevede un tasso dello 0,75% annuo alla fine dei primi tre anni e poi l’1,75% annuo fino alla scadenza.
Tra gli altri Buoni fruttiferi aumentano i rendimenti anche per i titoli con rimborso superiore a 10 anni. Il Buono 3×4 ha una durata di 12 anni con un interesse che varia dallo 0,75% iniziale fino al 2% verso la fine dell’investimento. Anche il Buono 4×4 oggi assicura più alti rendimenti; con scadenza a 16 anni, arriva a un interesse verso la fine dell’investimento del 3% lordo.
Il rendimento più vantaggioso è rappresentato dal buono dedicato ai minori. Il Buono fruttifero scade al compimento dei diciotto anni e ha tasso di interesse che passa dal precedente 2,5 a quota 3,5%.
Novità importanti arrivano anche dalle indicazioni per chi è alle prese con chi ha contenziosi aperti per il rimborso dei Buoni fruttiferi postali scaduti.
Contenziosi sul rimborso dei Buoni fruttiferi postali
In tal senso l’Arbitro Bancario Finanziario si è pronunciato con la vertenza del Collegio di Bologna, n. 7497/2022, riguardo al termine di prescrizione per il rimborso dei buoni postali fruttiferi. La decisione ha messo in luce come spesso l’intermediario si oppone al diritto di rimborso senza avere effettivamente ragione.
Una consumatrice che aveva sottoscritto un buono fruttifero a maggio del 1997 dell’importo di 5 milioni di lire, si è vista così garantito il rimborso all’ultimo giorno dell’anno della scadenza dell’investimento. Esso è rimasto valido quindi al 31 dicembre 2021 e non necessariamente al giorno del 2021, coincidente con quello della sua sottoscrizione. La decisione è molto importante; per chi ha dubbi sulla scadenza del buono fruttifero postale può contattare ABF che mette a disposizione per gli associati anche un servizio di consulenza e assistenza legale.