Buoni fruttiferi postali, il confronto tra titoli a breve termine di Cassa depositi e prestiti.
I Buoni fruttiferi sono garantiti dallo Stato italiano e si pongono come l’investimento ideale per coloro che hanno una bassa propensione al rischio.
I BFP sono titoli di risparmio che non producano interessi elevati, ma sono stati recentemente rivalutati per concorrere ai rendimenti delle obbligazioni come i BTP. Oggi i Buoni fruttiferi rimangono un valido strumento per far fruttare una parte del capitale investendo con rischi quasi nulli, una tassazione agevolata al 12,5% e l’assenza di costi di gestione e rimborso.
I risparmiatori possono così proteggere il portafoglio o il capitale dall’evoluzione del ciclo di mercato attraverso rendimenti prevedibili e il rimborso del capitale garantito alla fine dell’investimento.
Tra i titoli a breve termine spiccano il Buono fruttifero 3 anni Premium e il Plus; ecco il confronto. Il buono fruttifero postale 3 Anni Plus è per tutti coloro che vogliono valorizzare il proprio capitale; questo sfruttando un investimento a breve termine e contando su rendimenti fissi che crescono nel tempo.
Il tre Anni Plus prevede il rimborso del capitale anche con la fine anticipata dell’investimento ma con interessi che vengono percepiti solo alla scadenza dei tre anni. I buoni fruttiferi tre anni plus offrono un rendimento effettivo lordo dell’1% annuo.
La differenza con il buono fruttifero postale 3 Anni Premium è la discriminante per la sottoscrizione; esso si rivolge unicamente a chi versa nuova liquidità. Questa è costituita dalle somme versate su BancoPosta o Libretto Postale a partire dal 13 luglio 2022. Da questa data in poi il capitale sarà considerato “nuova liquidità” utilizzabile per investire su un BFP 3 anni Premium.
L’interesse in questo caso è più alto del 50%. Data la maggiore difficoltà d’accesso esso è pari 1,5% annuo lordo e viene percepito alla scadenza dei tre anni. Entrambi le tipologie di titoli, oltre il regime fiscale che prevede un’aliquota agevolata pari al 12,5% prelevata direttamente dal capitale finale, sono assoggettati all’imposta di bollo per cifre uguali o superiori a 5000 euro al momento del rimborso.
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