Sentir solo pronunciare il termine “contratti a termine” mette i brividi al giorno d’oggi, ma per una volta ci sono buone notizie da non lasciarsi scappare.
Chi ha contratti a termine meglio noti come il “baluardo del precariato” non deve sempre temere il peggio, perché ogni tanto arrivano delle buone notizie del tutto inaspettate. Scatta l’assunzione con ddp, di cosa si tratta? L’aggiornamento è davvero allettante, finirà la paura del futuro? Forse si smetterà di credere nel passato come un rifugio sicuro, e si vedrà l’avvenire in maniera più serena.
L’analisi temporale appena fatta, cioè il modo di vedere passato e futuro, rappresenta la convinzione comune del momento. Anche nei confronti del presente c’è un’accezione ben definita, quella di uno stato psicologico perennemente contraddistinto da ansia e preoccupazioni. È proprio in questa dinamica che arrivano in maniera del tutto inaspettate delle buone notizie.
Chi ha contratti a termine soffre quotidianamente, perché non solo ha difficoltà a fare i conti con la vita e i suoi fabbisogni, ma non può nemmeno azzardarsi a sognare. Una casa e una macchina? Ma quale follia con i prezzi di mercato del momento! Se i monolocali hanno prezzi alle stelle e gli affitti sono ingestibili, non bisogna dimenticare che anche le auto di seconda mano stanno diventando impossibili.
In ausilio subentra uno strumento che piace ai precari. Chi ha mai sentito parlare del DDP? Si indica il diritto di precedenza, e le sue conseguenze positive sono tutte da esplorare.
Chi ha contratti a termine deve ascoltare queste buone notizie, sono la svolta!
La questione riguarda le assunzioni di chi tira avanti a campare con contratti a termine. La mancanza di stabilità non permette di poter compiere una vita dignitosa, nonostante si siano fatti tanti sacrifici per ottenerla. Stare al mondo oggi significa trovare un modo per non cadere nel baratro, peggio che “sopravvivere”. Questo però non è un vivere sano, così se ci sono buone notizie come quella in questione, non si può non fare ferro e fuoco per conquistare il massimo.
Si è fatto accenno al DDP, cioè al diritto di precedenza nelle assunzioni, e si tratta di una garanzia di tutela per i precari, perché dà loro la possibilità di stabilizzarsi nell’azienda in cui hanno lavorato. Non si tratta di una soluzione destinata a tutti, ma perfetta per chi ha maturato i requisiti che servono durante il contratto. Quindi, nel momento in cui il datore assume, si potrebbe avere maggior priorità rispetto a altri candidati.
Ovviamente, è fondamentale soddisfare alcune condizioni. Se il dipendente ha lavorato nell’azienda in questione con uno o più contratti, ha diritto alla precedenza sulle assunzioni a tempo indeterminato, ma è necessario che il datore se ne occupi entro i successivi 12 mesi. Il diritto si limita alle mansioni già svolte durante il rapporto di lavoro a termine.
Le lavoratrici che hanno anche fatto uso del congedo di maternità durante il periodo in questione, potrebbero conteggiarlo nei sei mesi che servono per maturare il ddp. Si applica solo per contratti a tempi indeterminato, limitandosi alle mansioni già compiute.
Non manca il rispetto di certe formalità da parte del lavoratore per esercitare il diritto. In primis, manifestare la volontà di utilizzarlo con comunicazione scritta da inviare al datore di lavoro entro sei mesi dalla fine del contratto. Fatto ciò, il diritto rimane valido per 12 mesi dopo la fine del rapporto a termine, periodo in cui il lavoratore ha diritto a essere favorito nelle assunzioni.
La Corte di Cassazione chiarisce anche che il ddp può essere esercitato anche durante la vigenza del contratto a termine, senza aspettare la scadenza. Infine, anche il datore deve rispettare delle condizioni, come l’informare il dipendente sulla possibilità o meno di esercitare il diritto. La trasparenza è essenziale.
Inoltre lo stesso non può non considerarlo quando fa nuove assunzioni, e deve assumere a tempo indeterminato se c’è la situazione. Non si fanno entrare esterni in azienda, se già gli interni hanno tutte le condizioni per essere stabilizzati.
Se non si fa ciò ci possono essere dei danni per il lavoratore che deve essere risarcito. Con l’aiuto di legali e sindacati può farsi valere, anche interpellando con un reclamo l’Ispettorato del Lavoro che si occupa di vigilare sul rispetto delle norme di lavoro nel territorio.