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Economia e Finanza

BTP e spread sempre peggio e non è finita: siamo al “si salvi chi può”

Il rendimento del BTP a 10 anni mostra sempre più gli effetti del nervosismo del mercato.

Il rendimento del BTP a 10 anni ha violato la soglia del 3,25%; aumentano così le difficoltà della situazione creditizia italiana.

La situazione si profila apparentemente vantaggiosa per gli investitori; tuttavia, chi è tentato di investire sui BTp per gli alti rendimenti deve considerare il trend negativo del loro valore. L’aspetto da non sottovalutare sul breve termine rimane comunque il rendimento di una cedola che può salire ancora fino al 3,4%.

Viaggiano in controtendenza invece i titoli con cedole indicizzate all’inflazione, in controcorrente in questa fase. È un esempio del genere il BTp Italia 2026 emesso tre anni fa; un quinquennale con cedola reale garantita dello 0,55% e corrisposta su base semestrale.

I BTp Italia garantiscono l’obbligazionista contro la perdita del potere di acquisto. È quindi un titolo particolarmente richiesto con commisurate al prezzo e alla rivalutazione del capitale nel tempo. Per avere un esempio il BTp Italia 2026 ha una cedola di appena il 2,5%, con una quotazione intorno ai 105. Il suo rendimento è passato dallo 0,11 al meno 0,42% per via di un mercato che dati i rendimenti reali comunque negativi dei Btp ordinari trova conveniente rivolgersi a questi ultimi.

Btp: crollano i prezzi e aumentano le cedole

Con il passare dei mesi le aspettative rimangono ribassiste ed è verosimile un ulteriore incremento dello spread e della cedola. Il margine di crescita rimane incerto e si sconterà soltanto completamente con un equilibrio nei rapporti internazionali con la Russia.

Lo Spread BTP-Bund sta peggiorando ancora, spingendosi oltre la soglia di 200 punti base. Quali le attese per le prossime sedute? L’aspettativa è di un differenziale verso i 225 punti; da scontare ancora le prime ricadute dell’aumento dei tassi in concomitanza con gli effetti collaterali del promesso embargo del petrolio. Anche il Bund tedesco è su un nuovo massimo di periodo, con rendimenti positivi che possono arrivare su livelli intorno al 1,4% segnando il record da 10 anni a questa parte. Al momento è un po’ meno incerta la situazione per le obbligazioni Usa, con un’economia meno esposta alla guerra commerciale.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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