La differenza tra BTP ed ETF e cosa prevedono queste due forme di investimento: tutto quello che c’è da sapere per non sbagliare
Negli ultimi anni, gli investitori italiani si sono trovati di fronte a una scelta ambigua: meglio puntare sulla stabilità dei BTP o sulla dinamicità degli ETF? La risposta non è semplice, ma i numeri degli ultimi cinque anni raccontano una realtà difficile da ignorare.

Se da un lato i BTP hanno garantito rendimenti modesti ma prevedibili, dall’altro diversi ETF azionari italiani hanno registrato performance decisamente superiori. Cosa scegliere allora? Non è una risposta semplice, perché varia da caso a caso, ma allora è importante fare luce sugli aspetti da tenere in considerazione prima di valutare il proprio investimento.
Ad esempio c’è da considerare che parlare di BTP ed ETF è troppo generico, da un certo punto di vista gli ETF hanno registrato performance superiori ma non tutti gli ETF hanno raggiunto lo stesso successo! Quelli legati al mercato azionario italiano hanno brillato, alcuni ETF obbligazionari e dei mercati emergenti hanno deluso le aspettative, ma prima di spiegarvi nel dettaglio di cosa parliamo, è bene fare un passo indietro per non lasciare confuso nessuno.
Cosa sono i BTP e gli ETF? Spieghiamolo in parole semplici
- BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): sono titoli di Stato emessi dall’Italia. In sostanza chi compra un BTP presta soldi allo Stato, che dopo un certo numero di anni li restituisce con un piccolo guadagno, in base agli interessi promessi. Sono considerati investimenti sicuri, perché il rischio di perdere soldi è molto basso, dovrebbe crollare l’economia del paese ai minimi termini.

- ETF (Exchange Traded Funds): sono invece fondi che investono in un insieme di azioni o obbligazioni, una sorta di pacchetto che aiuta anche a differenziare il portafoglio puntando su diversi asset, gruppi di aziende che possono crescere così come andare giù in caso di crisi di settore ad esempio.. Un ETF può seguire l’andamento della Borsa italiana o di altri mercati. Possono far guadagnare molto, ma hanno più rischi perché dipendono dall’andamento del mercato.
Gli ETF italiani che hanno superato (di molto) i BTP
Negli ultimi cinque anni, gli ETF che replicano l’indice FTSE MIB hanno mostrato rendimenti impressionanti, trainati dalla crescita del mercato azionario italiano. Alcuni esempi:
- Amundi FTSE MIB UCITS ETF: rendimento annuo fino al 26,57% nel 2024
- iShares FTSE MIB UCITS ETF EUR: rendimento annuo fino al 24,63% nel 2024
- Amundi FTSE MIB UCITS ETF Dist: rendimento annuo fino al 24,58% nel 2024
E i BTP? Rendimenti inferiori
Di fronte a questi numeri, i BTP a 5 anni risultano invece decisamente meno attraenti:
- Un titolo di riferimento come il BTP Tf 1.35% Ap30 ha offerto un rendimento netto annuo intorno al 2,43%
- Anche BTP con scadenze più lunghe o più brevi hanno registrato rendimenti raramente superiori al 3% netto annuo.
Il motivo? I BTP sono strumenti obbligazionari pensati per garantire stabilità e sicurezza, con cedole fisse e rendimenti legati ai tassi di interesse. Sono più sicuri, ma ovviamente rendono molto di meno. Dipende quindi dai propri intenti: se si vuole stare tranquilli e non seguire molto le dinamiche di mercato potrebbero rivelarsi un rendimento chiave, lento ma sicuro.
Non tutti gli ETF hanno vinto: i casi in cui i BTP hanno retto il confronto
Se da un lato gli ETF legati al mercato azionario italiano hanno battuto i BTP senza appello, come dicevamo anche nell’introduzione, dall’altro alcuni ETF hanno registrato performance inferiori:

- ETF obbligazionari a basso rischio: molti ETF su obbligazioni europee o globali hanno avuto rendimenti inferiori al 2% annuo, specialmente in periodi di alta volatilità o con tassi di interesse bassi.
- ETF azionari di mercati emergenti: alcuni ETF su economie come il Brasile sono stati penalizzati dalla volatilità valutaria e dalle tensioni geopolitiche, mostrando performance negative in alcuni anni.
Questo dimostra che non tutti gli ETF sono automaticamente migliori dei BTP: la performance dipende molto dall’asset sottostante e dal contesto di mercato. La verità quindi è che non esiste una risposta giusta per tutti: dipende da quanto sei disposto a rischiare e per quanto tempo puoi lasciare investiti i tuoi soldi. Questi dati però sono molto utili per fare le proprie valutazioni.