Malgrado la situazione la BCE ha dichiarato che il rialzo dei tassi dovrebbe materializzarsi dopo la fine del quantitative easing, coincidente con l’inizio di questa estate.
Tanto la BCE quanto la Fed sono determinate nel portare avanti una politica monetaria restrittiva.
In questo scenario i rendimenti italiani non hanno subito scossoni dall’ultimo board di giovedì, avendone già scontato in anticipo l’esito. Gli impatti ancora da quantificare e da scontare della guerra commerciale stanno però influendo sui Btp a lunghe scadenze. In particolare, tra questi il Btp a 50 anni la scadenza più lunga sinora emessa dal Tesoro italiano. Il titolo all’inizio di seduta di venerdì scorso offriva un rendimento netto del 3%.
In un contesto sfavorevole alla ripresa il mercato obbligazionario italiano continua a rimanere sotto pressione. Non vi sono spiragli in questo momento per intravedere una conclusione positiva delle restrizioni commerciali tra l’occidente e la Russia. Gli effetti economici sul lungo termine si leggono anche in relazione ai prestiti personali, aumentati più del 24%, con durate di rimborso più lunghe e superiori nell’80% ai 15 anni.
Nelle possibilità da giocare dell’Unione Europea per limitare le azioni della Russia rimangono soltanto i divieti di importazione di gas e petrolio. Questo costringerà l’UE a seguire la scelta degli Stati Uniti portando il continente e il rendimento dei titoli di Stato dei Paesi oggi più fragili come l’Italia a nuovi rialzi.
Il BTp 1 marzo 2072 con cedola 2,15% fu emesso nella primavera del 2021. Venerdì, la sua quotazione risultava sprofondata a 76,45 centesimi, mai così bassa dall’emissione. Questo ha fatto si che il titolo realizzasse un rendimento lordo del 3,43%, pari al 3% netto. Chi lo acquistasse adesso, riceverebbe annualmente cedole per 18,81 euro netti all’anno, il 2,46% del costo del titolo.
Con un’inflazione che in Italia ha raggiunto il 6,5% il 3% all’anno può sembrare poco non riuscendo a compensare comunque la svalutazione del capitale. Tuttavia oltre questo l’obbligazionista che avesse comprato il titolo alla quotazione attuale, sarà rimborsato della differenza con il valore nominale con cui è stato emesso, con una plusvalenza di circa il 30%.
Nell’ultimo anno il valore del Btp a 50 anni si è mosso tra un massimo di 105 e un minimo di 76 centesimi. Se la crescita dei prezzi al consumo sarà fatta rientrare entro l’anno all’obbiettivo del 2% il rendimento offerto si rivelerà positivo in termini reali. Naturalmente non è neanche necessario attendere la sua scadenza naturale, ma è possibile rivenderlo incassando la plusvalenza e i rendimenti fin ora maturati quando questi torneranno a diminuire.
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