Se i giovani hanno problemi di salute bisogna sostenerli nelle spese con un bonus adeguato. Basta rinunce, il benessere al primo posto!
In un mondo in cui si fatica ad avanzare, c’è senza ombra di dubbio una situazione che devasta dal punto di vista economico, ma le dimenticanze diventano pericolose. Si pensa alla salute? Ci sono giovani che soffrono gravissime condizioni di salute, perché hanno differenti problemi che a volte non riescono a curare in maniera opportuna. A breve scade la possibilità di fare domanda per un bonus economico di grande portata, non solo per l’ammontare della somma, ma specialmente perché incarna appieno la possibilità di tutelare chi è in difficoltà. Giovani in crisi? Aiutarli a prendersi cura di sé è il primo passo per accedere all’età adulta con consapevolezza.
Si fanno queste premesse perché sono sempre di più i giovani che rinunciano a prendersi cura di sé. Preferiscono trovare l’escamotage che serve per respirare un piccolo sprazzo di indipendenza, anche quando questa sembra essere destinata a non realizzarsi nemmeno per un miraggio. Essere autonomi o curarsi? Quanti hanno dimenticato che entrambe le condizioni dovrebbero essere naturali e coerenti in uno Stato Sociale? Ecco perché il Welfare entra in azione, per ricordarlo e dire come fare.
Nello specifico, i problemi di salute che si trattano sono quelli che contraddistinguono categorie specifiche, quelle che da sempre non hanno molte garanzie. Per cui si interviene per dare loro lo spazio che meritano nel pieno rispetto della dignità umana, e in quello che piace chiamare un mondo più equo. Curarsi non significa escludere l’indipendenza lavorativa, e viceversa.
Il bonus giovani è una conquista importante, perché finalmente mette i “puntini sulle i” su una delle questioni che spesso passano in secondo piano. Tutti devono essere messi nelle condizioni per essere indipendenti e liberi di esprimersi, e con questo senza dover dire di no alla cura di sé. Prendere provvedimenti per la propria salute in relazione alle esigenze non esclude la possibilità di lavorare e di essere indipendenti. È arrivato il momento di non rinunciare più a nulla, e di darei ai giovani anche con problemi di salute il Welfare che meritano.
Con l’attenzione alla cura di sé si fa riferimento a tutti i giovani, ma per una volta i protagonisti del bonus sono quelli con problemi di salute di un certo peso. Appunto, i disabili e portatori di handicap devono poter lavorare senza vivere il peso della discriminazione. Curarsi è un loro diritto, come lo è anche la condizione di poter lavorare senza dover esser messi in disparte. La disoccupazione giovanile è un problema abbastanza noto, ma non per questo va accettato a prescindere da loro che sono già in svantaggio nel mondo di oggi. Così, si dà spazio a quel bonus che permette ai disabili di essere assunti senza vivere ai margini della società in uno stato di insoddisfazione e depressione.
La misura concerne la possibilità di inoltrare all’INPS le domande per ottenere incentivi all’occupazione di giovani con disabilità. Si include un contributo che va sommato alla retribuzione per ogni lavoratore disabile assunto con un contratto di lavoro a tempo indeterminato tra il 1° agosto del 2020 e il 30 settembre 2024. L’integrazione ha la finalità di adempiere appieno alla possibilità di curarsi in base alle proprie esigenze.
Le guide concrete per assumere il suddetto personale sono divulgate nel messaggio n. 2906/2024 emanato dall’INPS. Riguarda gli Enti del Terzo settore, siglato ETS. L’obiettivo è appunto incentivare l’assunzione di personale con disabilità, permettendo loro al contempo di avere il sussidio necessario per far fronte alle spese inerenti la salute. Il provvedimento vale anche per le ONLUS, cioè le Organizzazioni di volontariato, Associazioni di promozione sociale e Organizzazioni non lucrative di utilità sociale. La somma è di una tantum di 12 mila euro, cioè 1000 euro al mese. Chi interrompe il rapporto di lavoro la ottiene finché il contratto non scade, poi il contributo cessa.
I versamenti vengono sborsati direttamente sull’IBAN dell’interessato che ha come requisito principale un’attestazione di disabilità pari o maggiore del 46%. E se il contratto di lavoro diventa entro l’arco di tempo delineato pocanzi da determinato a indeterminato, si può ottenere il beneficio? È previsto lo stesso trattamento, purché il calcolo venga determinato nel periodo in questione. Quando scade la possibilità di fare domanda? Entro il 31 ottobre!
L’INPS chiarisce una volta per tutte la questione riguardante l’indennità di accompagnamento e il ricovero…
Pensioni bassissime: tante delusioni con il calcolatore dell’INPS, puoi fare una stima in anticipo di…
Sbloccate maggiorazioni e arretrati per persone vedove e invalidi: a quanto ammontano le cifre e…
Rimanere aggiornati sulla normativa vigente serve per gestire al meglio i propri affari, e quella…
Quali sono i motivi per scegliere un asilo nido privato rispetto ad uno pubblico e…
Quali sono gli errori più gravi che si possono commettere quando si ha una partita…