Rialzi sulle Borse Europee, ma continuano le minacce sui dazi: Cina, Messico e Canada rispondono agli USA con contromisure che spaventano i mercati
Le Borse europee questo mercoledì 5 marzo 2025 hanno aperto in rialzo. Un rimbalzo che segue il “martedì nero” dei mercati, e che adesso sembra essere alimentato dalla speranza che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, possa raggiungere un compromesso riguardo ai recenti dazi imposti su Messico, Canada e Cina, e che soprattutto trovi un compromesso di pace per Russia e Ucraina.

Gli indici di apertura dei mercati finanziari europei di oggi 5 marzo 2025 mostrano questi dati:
- FTSE MIB (Milano): +1,38%
- DAX (Francoforte):+2,2%
- CAC 40 (Parigi): +1,4%
- FTSE 100 (Londra):+0,4%
Ciò che rende irrimediabilmente instabili i dati dei mercati finanziari è il fatto che così come Trump ha annunciato i suoi dazi, sono arrivate anche le controrisposte da parte gli altri paesi come Canada e Cina. Il martedì nero appena superato ha visto titoli scendere in picchiata, come una consapevolezza tardiva sulle conseguenze dei dazi sulle finanze globali.
Questa guerra commerciale potrebbe ridisegnare nuovi equilibri (e squilibri) tra le potenze, gli Stati sono in fermento per le nuove alleanze: l’Europa ha stretto nuovi accordi con l’India, e cerca di limitare l’import dalla Cina, nel contempo non può del tutto vedere gli USA come ‘nemici’ in quanto sono parte dei suoi rapporti commerciali più fiorenti.
Uno spiraglio di positività nel marasma dei mercati finanziari
Il Canada da parte sua ha risposto imponendo tariffe del 25% su importazioni dagli Stati Uniti per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi. La Cina, dal canto suo, ha applicato tariffe del 15% su prodotti agricoli statunitensi. Inoltre, Pechino ha annunciato misure fiscali, tra cui un aumento del deficit di bilancio e l’emissione di obbligazioni speciali per 1,3 trilioni di yuan.

In un’intervista a Fox Business, il segretario al commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha però indicato che il presidente Trump potrebbe essere disposto a negoziare per risolvere le crescenti dispute commerciali, affermando che “cercherà una soluzione” con Messico e Canada. Secondo diversi analisti sarebbe questa apertura al dialogo ad aver un attimo raffreddato il clima ormai bollente sui mercati finanziari.
Nel suo discorso al Congresso americano, Trump ha inoltre riferito di aver ricevuto una lettera dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella quale quest’ultimo si è dichiarato pronto a sedersi al tavolo della pace e a firmare l’accordo sui minerali.
Parallelamente, ha sottolineato di aver ricevuto segnali positivi dalla Russia, indicando che Mosca sarebbe pronta per la pace. Nonostante questo iniziale clima più disteso, i mercati sono ancora confusi e fin quando non si troveranno equilibri stabili non si potrà gridare al rialzo. Rimane importante per il trader comprendere quali sono invece le contromisure che stanno adottando gli altri paesi in risposta agli USA.
Le contromisure di Canada, Cina e Messico: reazioni immediate e impatto sui mercati
Come abbiamo visto, l’imposizione dei dazi statunitensi ha scatenato reazioni immediate da parte dei paesi colpiti, i quali hanno adottato misure ritorsive per proteggere le proprie economie e far comprendere agli USA di avere anche loro voce.

Il Canada ha risposto duramente all’offensiva commerciale di Trump, imponendo a sua volta tariffe del 25% su prodotti statunitensi per un valore complessivo di 155 miliardi di dollari. Di questi, 30 miliardi hanno subito l’impatto immediato, mentre il resto delle tariffe entrerà in vigore entro 21 giorni. L’idea del Canada è quella di mettere pressione sull’export statunitense in modo da far retrocedere anche le loro mire espansionistiche sui mercati.
Pechino non da meno, non è di certo rimasta a guardare e ha annunciato dazi aggiuntivi fino al 15% su diversi prodotti agricoli statunitensi, come pollo, grano, mais e cotone. Inoltre, ha imposto una tariffa del 10% su prodotti strategici come soia, carne di maiale, manzo, frutta e latticini. Queste misure sono pensate per colpire direttamente l’economia americana, in particolare gli agricoltori, che come sappiamo rappresentano una fetta importante della base elettorale di Trump, come tutti i cittadini del Dakota che vivono ancora di economia rurale.
La Cina ha anche presentato un reclamo formale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), accusando gli Stati Uniti di violare le norme del commercio internazionale. Se l’OMC dovesse pronunciarsi contro Washington, potrebbero aprirsi nuovi scenari diplomatici che influenzerebbero ulteriormente i mercati.
Anche il Messico ha deciso di reagire con durezza, esprimendo profonda preoccupazione per le tariffe imposte da Trump. Il governo messicano ha dichiarato che sta valutando misure di ritorsione mirate, soprattutto nel settore automobilistico e agroalimentare, ovvero i due pilastri dell’export statunitense verso il Messico. Tutte queste contropartite strategiche potrebbero scalfire l’economia statunitense, il Presidente dovrà rivalutare i suoi obiettivi.
La riunione della BCE e i possibili tagli sui tassi d’interesse
Oltre alla guerra commerciale in corso, oggi i mercati saranno influenzati anche dalle attese per la riunione della Banca Centrale Europea (BCE). Gli investitori prevedono un possibile taglio dei tassi di interesse, che potrebbe dare un ulteriore stimolo ai mercati azionari europei. Rimangono comunque ancora alte le incertezze sulle politiche monetarie.
Nel frattempo, infatti, tutte queste tensioni commerciali continuano a pesare sul sentiment degli investitori. Le contromisure di Canada e Cina stanno mantenendo alta la volatilità sui mercati, con possibili ripercussioni anche sul medio-lungo termine. Le cripto continuano a presentare rialzi significativi, soprattutto Bitcoin ed Ethereum e il settore delle materie prime continua a vedere l’oro protagonista come bene rifugio in rialzo, soprattutto a causa di questa enorme incertezza politica.